La nuvola di Fantozzi
bagna la
Coppa Cobram

di Alessandro Gatta
Mise azzardate, improbabili e anche improponibili alla corsa di Desenzano che si ispira alla saga del ragionier FantozziCristian Belotti da Bergamo, il vincitore della Coppa CobramIl saluto dei «fantozziani» al porto di RivoltellaIl Biciclettaio matto al secolo Mauro Bresciani ringrazia i partecipanti
Mise azzardate, improbabili e anche improponibili alla corsa di Desenzano che si ispira alla saga del ragionier FantozziCristian Belotti da Bergamo, il vincitore della Coppa CobramIl saluto dei «fantozziani» al porto di RivoltellaIl Biciclettaio matto al secolo Mauro Bresciani ringrazia i partecipanti
Il mito di Fantozzi

Che vita grama, quella dell’impiegato della Megaditta: non solo una notte intera a lucidare il sellino (e che sellino!) del visconte Cobram, non solo la sveglia all’alba per stirare e profumare i guanti bianchi della contessa Serbelloni Mazzanti Viendalmare.

NON POTEVA MANCARE, la maledetta nuvola dei dipendenti aziendali: arrivata puntualissima, dopo aver tuonato a singhiozzo, giusto in tempo per lavarli uno ad uno, i coraggiosi fantozziani. Erano più di 300, il record di sempre: tutti in ghingheri (e fuori dai gangheri) in partenza da piazza Cappelletti per la quarta edizione della Coppa Cobram del Garda, la corsa ciclistica più scatenata (e imitata, e invidiata, e sfortunata, e scombinata) dove sbagliare il congiuntivo è d’obbligo, e dove è l’abito che fa il monaco (e pure il vescovo), 16 chilometri e mezzo in sella senza competere per il miglior tempo, ma per competere - ce lo concedano gli organizzatori, e i partecipanti - alla vera gara del più ignorante, tra sorsi improponibili di «Bomba» al Campari, vestaglioni di flanella e calzettoni anteguerra, biciclette tenute su col fil di ferro, pettinature improbabili e aliti tipo fogna di Calcutta, che perfino il geometra Calboni (incallito donnaiolo) se ne vede una così si gira dall’altra parte. In 300 dicevamo: chi è arrivato da solo e chi invece si è fatto la squadra. Improbabili i corridori, improbabili i nomi dei team d’ispirazione fantozziana: Alla Bersagliera, Assistenza Merdacce, Bustarelle e Raccomandazioni, la squadra della clinica del dottor Otto Birkenmaier («Mancia? Lei mancia!»), l’immancabile Come è Umano Lei, l’altrettanto immancabile Corazzata Potemkin, e poi I Dipendenti Sorteggiati, I Menagrami, Le Belve Umane, La Smetta con quel Mandolino.

Pillole di Cobram: l’abbuffata mattutina, la sfilata sul lungolago per spaventare gli ultimi turisti rimasti, pausa cicchetto alla bottega del Biciclettaio (al secolo Mauro Bresciani, l’ideatore della corsa), il saluto alla nonna in Via Pratomaggiore, il pranzo alla mensa aziendale, le ultime fatiche in mezzo alle campagne desenzanesi prima della seconda sfilata con arrivo meritato al porto di Rivoltella, grigliatona di carne umana e frittatona di cipolle, il caffè della signora Pina (da 3000 gradi Fahreneit!), rutto libero e altre amenità fantozziane.

Partenza bagnata, ma poi splende il sole sulla Cobram: e se di prima mattina il direttor Catellani si è permesso di dargli del Coglionazzo, al ragionier Fantozzi, il ragionier Fantozzi l’ha sistemato così, con un rinterzo ad effetto con birillo centrale, un calcio a cinque sponde e 11 punti, e poi il colpo partita, triplo filotto reale ritornato con pallino. La classe operaia che va in paradiso, almeno per un giorno. Ditelo anche a Tonino Carotone (che ieri ha suonato a Rivoltella in chiusura di Cobram, tra l’altro in ritardo causa un fantozziano problema di aeroporto): pare che per restare in tema sia arrivato a bordo di un asino. Ma un asino vero! E non un impiegato...

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