La storia del Risorgimento soldato per soldato

di Alessandro Gatta
I ragazzi del Bagatta che parteciperanno al progetto pensato con la Società di San Martino e SolferinoDal 1848 al 1870:  l’obiettivo è quello di dare un nome a tutti i soldati delle guerre risorgimentali
I ragazzi del Bagatta che parteciperanno al progetto pensato con la Società di San Martino e SolferinoDal 1848 al 1870: l’obiettivo è quello di dare un nome a tutti i soldati delle guerre risorgimentali
I ragazzi del Bagatta che parteciperanno al progetto pensato con la Società di San Martino e SolferinoDal 1848 al 1870:  l’obiettivo è quello di dare un nome a tutti i soldati delle guerre risorgimentali
I ragazzi del Bagatta che parteciperanno al progetto pensato con la Società di San Martino e SolferinoDal 1848 al 1870: l’obiettivo è quello di dare un nome a tutti i soldati delle guerre risorgimentali

«Se è impossibile si farà, se è possibile è già stato fatto»: parola di Luigi Torelli, storico fondatore e primo presidente (nel lontano 1870) della Società di Solferino e San Martino. Ed è una missione (quasi) impossibile, ma non per questo una sfida meno intrigante, quella a cui saranno chiamati i ragazzi del liceo Bagatta di Desenzano: trascrivere digitalmente i nomi di 100mila soldati che hanno preso parte alle campagne risorgimentali di oltre un secolo e mezzo fa. A partire da oggi, anzi da ieri: armati di pazienza e buona volontà, e tanta organizzazione, una cinquantina di studenti di tre classi andranno a scavare in oltre 6000 pagine dei registri delle dieci province lombarde (da Brescia a Milano, da Mantova a Sondrio) e di Padova e Verona, per recuperare uno a uno i nomi dei soldati (dalla recluta al generale) che appunto hanno combattuto tra il 1848 e il 1870. I nomi saranno trascritti in un database elettronico: entro la fine dell’anno scolastico saranno circa 100mila. Ma questo è soltanto l’inizio del «Progetto Torelli» della Società di Solferino e San Martino: negli anni a venire (e coinvolgendo altre scuole) l’obiettivo è quello di aggiungere tutti i nomi dei 680mila soldati che hanno preso parte alle battaglie, censiti a mano nei 140 registri provinciali custoditi a Milano. Intanto si comincia: alle coordinatrici «bagattiane» del progetto, le docenti Annalisa Lazzaroni, Sabina Fadabini e Silvana Recher, sono state consegnate le pagine dei registri milanesi che diventeranno la base per cominciare il lavoro. Un po’ alla volta tutto sarà inserito in un portale open-source, con tanto di «classe virtuale», in cui gli aggiornamenti e i chiarimenti saranno quotidiani, in tempo reale. «Una sfida che è davvero una grande impresa - hanno detto ieri alla conferenza di presentazione Bruno Borghi ed Elisa Zanola della Società di Solferino e San Martino - ma che ha un fascino incredibile, anche per chi è chiamato a portarla a termine. A firma di questo lavoro ci saranno i nomi di chi ha partecipato, come fosse un’opera d’arte. Ed è per questo che invitiamo i ragazzi a non scrivere i nomi e basta, ma ad affrontarli come fossero storia viva, come se quei soldati vi stessero guardando negli occhi». IL PROGETTO rientra in un ambito di alternanza scuola-lavoro, «in grado di offrire – spiega il preside Marco Tarolli – una vasta serie di competenze professionali, di archivista, bibliotecario e catalogatore, e una competenza digitale trasversale». Sarà un lungo cammino, ma ne varrà la pena: già alla fine dell’anno la prima parte dell’archivio (circa un quinto del totale) sarà messa a disposizione di tutti, liberamente consultabile come già fatto negli States per la Guerra d’Indipendenza. Oltre al lavoro d’archivio sono in programma approfondimenti storici e laboratori, e una visita ai luoghi della battaglia di Solferino e San Martino. Il progetto sarà in parte finanziato dal Comune di Desenzano, che ha già coinvolto anche Pozzolengo e Sirmione (e aspetta Lonato e Castiglione): «Un progetto importante - ha detto il sindaco Guido Malinverno – perché se noi siamo qui, è solo grazie al nostro passato». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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