Cantieri Tav, le carte del dissequestro
Dopo giorni di «voci», e di conferme solo ufficiose da parte dell’Amministrazione comunale, sono di dominio pubblico le carte del dissequestro di tutte le aree dell’ex cava Vezzola e della discarica del Traversino di Lonato, che in tre «blitz» fra settembre e dicembre erano finite sotto i sigilli dei carabinieri forestali su disposizione del pm Ambrogio Cassiani, per un’indagine su un presunto smaltimento abusivo di rifiuti. Tutte dissequestrate le tre aree, per una superficie complessiva di 128 mila metri quadrati nella zona di confine tra Lonato e Desenzano. I ALI di dissequestro sono stati trasmessi in copia anche ai capigruppo del Consiglio comunale, di maggioranza e opposizione, anche per stemperare la polemica che si era innescata su una mancanza di trasparenza e di chiarezza che l’opposizione rimproverava alla maggioranza di centrodestra. Tolti i sigilli: è un fatto a questo punto accertato, scritto nero su bianco e verificabile dai documenti datati 30 gennaio, postati anche sui principali gruppi «social» di Lonato. Per sapere invece gli esiti dell’inchiesta bisognerà attendere eventuali comunicazioni da parte della Procura della Repubblica, e ci sarà tempo. Un dettaglio non secondario che si nota sui verbali di dissequestro è il riferimento al comma quarto dell’articolo 263 del codice di procedura penale, che è il riferimento normativo ai casi di dissequestro «nel corso di indagini preliminari». Sembra di intuire, da questo preciso riferimento, che l’indagine possa essere, appunto, ancora in corso. Si vedrà. Sotto i sigilli della Procura per «sequestro probatorio», lo ricordiamo, erano finite tre aree. La maggiore era la discarica del Traversino, sito contaminato la cui vicenda ha una storia trentennale, per 100.000 metri quadrati. Le altre due aree, rispettivamente di 8.500 e 20.000 metri quadrati, si trovano nella zona dei laghetti dell’ex cava Vezzola: è la zona indicata dal progetto esecutivo della Tav Brescia-Verona per realizzare da una parte i cantieri logistici, con depositi di mezzi e materiali oltre ad alloggiamenti per 330 operai e tecnici, dall’altra l’area di stoccaggio intermedio, ovvero provvisorio, dei materiali di scavo della prevista galleria ferroviaria lunga 7 chilometri fra Lonato e Desenzano. Tutto è ora dissequestrato, dal 30 gennaio, come disposto dalla Procura. •