Lungolago sprofondato, adesso è polemica

di Alessandro Gatta
Il lungolago «sprofondato» a Desenzano: è l’ora delle polemiche
Il lungolago «sprofondato» a Desenzano: è l’ora delle polemiche
Il lungolago «sprofondato» a Desenzano: è l’ora delle polemiche
Il lungolago «sprofondato» a Desenzano: è l’ora delle polemiche

Sul «crollo programmato» del lungolago (così lo ha definito il sindaco Guido Malinverno) a Desenzano è l’ora delle polemiche.

C’è chi si chiede: chi e perchè ha deciso di «programmare» il crollo? A lanciare il guanto di sfida è l’ex assessore Maurizio Maffi, oggi capogruppo della minoranza Pd in Consiglio comunale e ancora membro del Cda dell’Autorità di Bacino (i cui tecnici sono attesi lunedì mattina, per un sopralluogo decisivo).

LA DOMANDA è questa: il crollo si poteva evitare, o gestire diversamente? «Condivido l’opportunità di salvare le antiche pietre in prun rosa, che sono state rimosse dal Comune, ma poi è crollata la soletta - attacca Maffi - e non è condivisibile il metodo con cui si è affrontata la situazione. Chi ha deciso? Su quali basi? Con chi si è consultato? Forse sarebbe stato meglio aspettare di avere relazioni tecniche e geologiche più approfondite sull’entità del danno e sui possibili rischi. Invece - attacca l’ex assessore - è mancato un vero coordinamento, e da quanto dichiarato sembra che il sindaco abbia voluto agire da solo, forse improvvisando un po’ troppo».

Nel dettaglio, si è intervenuti prima fissando la balaustra, a seguito del primo distacco del basamento il 16 agosto. Poi lunedì il secondo intervento, con la rimozione delle pietre in prun rosa e della ringhiera, conservate per la futura ricostruzione. Poche ore dopo, martedì mattina, il lungolago è sprofondato su un fronte di 20 metri. E come dichiarato dal sindaco Malinverno, è stato un cedimento «programmato».

«È lecito chiedersi se la rimozione delle pietre possa avere peggiorato le cose - dice Maffi -. Avendo agito così, ora non c’è modo di saperlo. Sarebbe stato forse meglio muoversi con più cautela, con responsabilità chiare e con le dovute competenze».

Il riferimento è al ruolo dell’Autorità di Bacino: proprio Berardo Berardinelli, presidente dell’Autorità che sul lago ha le funzioni dell’ex Demanio, aveva spiegato dopo il crollo che «solo dopo una diagnosi tecnica approfondita sarà possibile capire come intervenire».

Lo stesso responsabile del Demanio aveva spiegato martedì a Bresciaoggi che per progettazione e stazione appaltante è necessaria una compartecipazione dell’Autorità di Bacino con il Comune, oltre che della Regione per coprire i costi.

MA IL SINDACO Guido Malinverno respinge uno per uno questi rilievi. «Il cedimento era comunque inevitabile - afferma - e chi mi attacca deve dimostrare che il crollo sia stato causato dalla rimozione delle pietre rosa, intervento che fra l’altro è stato svolto in accordo con l’Autorità di Bacino, che ci ha dato il via libera. Dunque nessuna iniziativa improvvisata, il coordinamento c’è stato: abbiamo avvisato anche la Soprintendenza. All’Autorità di Bacino chiederemo la verifica immediata delle condizioni dell’intero lungolago, perchè è di loro competenza. Noi stiamo monitorando quotidianamente l’area: ora la situazione sembra stabile- conclude il sindaco - ma se ci saranno altri rischi interverremo d’urgenza».

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