Ma i tecnici insistono: «Scelta eco-sostenibile»

di V.R.

Duramente contestato sul Chiese, lo «schema» del progetto per il nuovo sistema di depuratori viene invece definito definito «corretto e sostenibile» nella relazione di sintesi di Acque bresciane seguita allo studio del professor Bertanza dell’Università di Brescia, con l’indicazione di Gavardo e Montichiari, più Peschiera per il basso lago e la sponda veneta. CITANDO la relazione: «Il progetto prevede, oltre all’adeguamento dell’esistente sistema di collettamento, la costruzione di un nuovo impianto di depurazione a Gavardo, a servizio dei comuni rivieraschi dell’alto lago, la realizzazione di un nuovo collettore e il potenziamento dell’attuale depuratore di Montichiari a servizio dei comuni bresciani del medio e basso lago, ad eccezione di Sirmione e Desenzano - è scritto - collettati a Peschiera». La priorità progettuale, che ha portato a individuare il corso del Chiese per i nuovi depuratori, è quella di evitare che il lago stesso diventi corpo recettore delle acque di depurazione, anche e soprattutto per ridurre a zero il rischio che eventuali sversamenti accidentali di reflui avvengano nel Garda: un bacino chiuso che ha tempi di ricambio delle acque lunghi 26 anni, diversamente da un fiume che, in condizioni ottimali di portata, ha tempi di ricambio praticamente immediati. LA CASISTICA di sversamenti accidentali dai depuratori è comunque estremamente rarefatta. Non si ricordano incidenti significativi nel Mincio dal depuratore di Peschiera. L’ultimo episodio importante risale al settembre scorso, ma dal depuratore trentino di Arco, che ha come corpo recettore il Sarca, l’affluente del lago: una perdita di reflui fognari si era diffusa nel fiume e da qui al Garda, rendendo necessario per alcuni giorni il divieto di balneazione sulle spiagge di Torbole e Riva.

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