Malinverno resta, la crisi-lampo è già finita

di Alessandro Gatta
Foto di gruppo per la squadra di maggioranza a sancire la quiete dopo la brevissima tempesta
Foto di gruppo per la squadra di maggioranza a sancire la quiete dopo la brevissima tempesta
Foto di gruppo per la squadra di maggioranza a sancire la quiete dopo la brevissima tempesta
Foto di gruppo per la squadra di maggioranza a sancire la quiete dopo la brevissima tempesta

La crisi amministrativa più veloce della storia: mai così in fretta a Desenzano (ma forse da nessun’altra parte) erano state presentate e subito revocate le dimissioni del sindaco. Ufficialmente sono passate più o meno 24 ore, a livello burocratico anche meno: la volontà di dimettersi di Guido Malinverno è stata infatti trasmessa ai consiglieri e alla Prefettura solo ieri mattina, quando poi nel pomeriggio (intorno alle 15) la stessa volontà è stata revocata dal diretto interessato.

TUTTO FINITO, baci e abbracci: niente più tensioni, niente più crisi di ruoli e di gerarchie, l’allarme è rientrato così velocemente che si fa fatica addirittura a rendersene conto. Quella che giovedì pomeriggio sembrava una crepa insanabile (con tanto di «dimissioni irrevocabili») ieri alla stessa ora era già risanata: a quale prezzo è ancora poco chiaro, perché i ruoli in realtà non cambiano di una virgola - Rino Polloni, chiamato in causa più volte dal sindaco e accusato di «non rispettare le regole», continuerà a essere il presidente del Consiglio comunale - e la maggioranza anziché indebolita si definisce «rafforzata».

Tutti uniti per il sindaco, è il mantra ripetuto più volte, lasciando intendere però che in qualche modo dovrà essere ridimensionato proprio Rino Polloni. Nessun passo indietro, ma una sorta di mea culpa: «Alla base c’è stato un problema di comunicazione, ma è stato solo un intoppo - spiega lo storico militante del Carroccio -: in qualità di presidente io rappresento l’intero Consiglio comunale, rappresento tutti. E tutti siamo responsabili e consci del lavoro da fare, degli impegni da rispettare. Tutto quello che dovrà essere deciso lo discuteremo, come sempre, ma saranno scelte di gruppo e non scelte dei singoli».

Sarebbero state alcune uscite di Polloni (le nutrie, i documenti chiesti a Garda Uno, la convocazione dell’ultima conferenza dei capigruppo) a scatenare la reazione del sindaco, che sempre ieri ha ammesso di aver presentato le dimissioni per «mettere sul piatto il tema del rispetto delle regole e dei ruoli, cosa che era meglio chiarire subito», e che dunque «non si è trattato di un atto di debolezza quanto piuttosto di inesperienza», e ancora «che nessuno mi venga dire che ho presentato le mie dimissioni per ridere, è stata una cosa sofferta», così come il ritiro è arrivato solo dopo «profonde riflessioni» (durate comunque non più di qualche ora). «La mia azione ha comportato chiarimenti immediati e adesso il cerchio si chiude, perché queste riflessioni valgono cinque anni», la chiosa di Malinverno.

«SIAMO PIÙ FORTI di prima», ripetono in maggioranza (ieri pomeriggio c’erano tutti, assessori e consiglieri). Certo non si può far finta di niente: «Meglio che sia successo adesso, che siamo in fase di rodaggio, e ci sono tutte le condizioni per continuare», ha commentato il coordinatore provinciale di Forza Italia Alessandro Mattinzoli. Che però ammette: «È stato un episodio spiacevole, che poteva essere evitato. Ma a volte le cose succedono».

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