Parco termale, il progetto è ancora in apnea

di Alessandro Gatta
In una simulazione grafica fatta al computer il possibile futuro aspetto del parco termale di Desenzano
In una simulazione grafica fatta al computer il possibile futuro aspetto del parco termale di Desenzano
In una simulazione grafica fatta al computer il possibile futuro aspetto del parco termale di Desenzano
In una simulazione grafica fatta al computer il possibile futuro aspetto del parco termale di Desenzano

Prima ci vuole il pozzo, per estrarre l’acqua calda a oltre un chilometro di profondità. Poi si potrà fare anche il parco termale, nella zona individuata (da 7000 metri quadri) delle ex cantine Visconti, con piscina già progettata da 1500 metri, solo questa grande come un supermercato. Anche il preventivo più o meno è pronto: per fare tutto, ma tutto compreso, potrebbero servire tra i 15 e i 20 milioni di euro. La società Terme di Desenzano non si ferma, e incassato il diniego (prevedibile) di un eventuale sostegno economico da parte del Comune, rilancia con un appello agli investitori di tutti i paesi, nostrani e internazionali. «Che siano cinesi o arabi, svizzeri o italiani non ci interessa - ha detto ieri pomeriggio Vittorio Cerini, storico albergatore e socio della Terme di Desenzano insieme alle due famiglie Visconti, alla famiglia Baresani e al locale Consorzio albergatori - Il parco termale è l’unico modo per far tornare a vivere Desenzano tutto l’anno». Pronti a partire, se qualcuno investe: gli scavi e le ricerche coordinate dal geologo Fabio Carlo Molinari hanno svelato addirittura due potenziali serbatoi termali, a largo del Vò e appunto delle cantine Visconti (che stanno sopra alla Lega Navale). Il primo è stato denominato S1: ha uno spessore (atteso) di circa 100 metri, temperature (anche queste attese) fino ai 35 gradi a 450 metri di profondità e una portata fino a 15 litri d’acqua (calda) al secondo. Poi c’è il serbatoio S2, con caratteristiche più affini all’acqua termale, come quella che sgorga dalla fonte Bojola di Sirmione: spessore da un chilometro e mezzo, profondità di circa un chilometro, temperature attese fino ai 65 gradi e una portata fino a 30 litri al secondo. PER ARRIVARCI serve scavare un pozzo, quello già autorizzato dalla Provincia. «In base al modello geologico - ha detto Molinari - avrà una profondità di 1200-1300 metri». I costi precisi non sono stati confermati, tempo fa si diceva 800mila euro, ma i tempi di realizzazione invece sì: un mese per la fase di preparazione, tre per le perforazioni, un altro per il ripristino. Del termalismo a Desenzano se ne parla addirittura dal 1980, quando il consiglio comunale decise di investire 5 milioni (di lire) per ottenere l’autorizzazione regionale all’esplorazione. La società Terme di Desenzano nasce invece nei primi mesi dal 2012, il primo permesso di ricerca è del 2014, la scorsa estate l’autorizzazione allo scavo. «Ci ho creduto talmente tanto da chiudere la mia azienda - ha ribadito Franco Visconti, presidente della società Terme - e adesso siamo ancora più decisi a continuare. Certo abbiamo bisogno di finanziatori importanti, ma abbiamo rassicurazioni altrettanto importanti su quello che andremo a trovare, abbiamo un progetto di massima del parco, in un’area che è già a destinazione commerciale, abbiamo un’autorizzazione valida per altri due anni». Mancano «soltanto» i soldi, insomma. Ma da qui al 2020 tutto è possibile. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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