Per le antiche
limonaie
spunta l’idea
del disciplinare

L’assessore Fava alla limonaia
L’assessore Fava alla limonaia
L’assessore Fava alla limonaia
L’assessore Fava alla limonaia

Un disciplinare per le limonaie e le coltivazioni di agrumi del Garda. Non poteva che «fiorire» a Gargnano, patria delle serre di agrumi benacensi, la proposta di un regolamento che certifichi modalità e disciplina delle colture.

L’idea è stata lanciata ieri mattina da Giuseppe Gandossi, proprietario de «La Malora», l’antico agrumeto del ‘500 all’ingresso del paese accanto alla Gardesana, durante la visita alla sua limonaia dell’assessore regionale all’agricoltura Gianni Fava, accompagnato dal parlamentare Giovanni Romele, componente della commissione agricoltura.

«LA PROPOSTA è interessante – ha dichiarato l’assessore Fava – e chiederò ai presidenti delle Comunità montane di Valle Sabbia e Alto Garda, attraverso il Gruppo di azione locale (Gal), di inserire una quota di risorse nel Piano di sviluppo locale (7 milioni e 700 mila euro su 13 milioni e 350 mila euro complessivi sono a carico della Regione Lombardia), necessaria a finanziare la realizzazione del disciplinare».

«Nella stragrande maggioranza dei casi – spiega Gandossi – quando un Comune riceve fondi da destinare alla manutenzione o al ripristino di un’antica serra di limoni, si affida a tecnici che non conoscono le antiche metodologie delle colture degli agrumi e che spesso utilizzano materiali che nulla hanno a che vedere con le pratiche tradizionali».

Cosa che non accade a «La Malora», la sua limonaia, un agrumeto del XVI secolo mantenuto in perfetto stato di conservazione, risultando uno dei pochissimi ancora in piena efficienza sul Garda con i suoi 20mila limoni annui prodotti. Eredità storica preziosa, da preservare salvaguardandone i valori tradizionali. L.SCA.

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