Profughi, a
Bedizzole sfila
il malessere

Il corteo di protesta contro i profughi andato in scena a Bedizzole
Il corteo di protesta contro i profughi andato in scena a Bedizzole
Il corteo di protesta contro i profughi andato in scena a Bedizzole
Il corteo di protesta contro i profughi andato in scena a Bedizzole

Un corteo «caldo», ma senza disordini quello organizzato da Bedizzole Tricolore per protestare contro l’arrivo dei profughi nel paese. Quelle oltre cento persone che hanno sfilato ieri sera sono la punta di un iceberg di un malessere latente e trasversale non tanto nei confronti dell’accoglienza, quanto verso una gestione dell’emergenza migranti imposta e non condivisa con le comunità. Era stato del resto lo stesso sindaco Giovanni Cottini a lamentarsi delle modalità con cui erano stati destinati a uno stabile dismesso da anni 27 richiedenti asilo del Bangladesh che si sono aggiunti ai 10 profughi ospitati a Monteroseo.

Il sindaco Cottini aveva precisato che lo stabile diventato la casa dei bengalesi era privo di abitabilità, agibilità e fognature. La cooperativa che si è presa in carico i migranti ha presentato un fascicolo sull’immobile ora al vaglio all’ufficio tecnico, ma il clima resta teso. L’indignazione della comunità ha trovato sponda nel corteo promosso da Bedizzole Tricolore partito da piazza degli Alpini è arrivato a 400 metri dalla casa che ospita profughi. Qui Mirco Bottarelli e Daniela Armanini sono tornati a sottolineare le ragioni di chi chiede un maggiore coinvolgimento dei cittadini nelle scelte dell’accoglienza. I discorsi sono stati scanditi da applausi e slogan eloquenti come «Brescia ai bresciani» o «diritto alla casa diritto al lavoro non ce l'abbiamo noi, non ce l'avranno loro».N.AL.

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