«Quei profughi sono abbandonati a se stessi»

di Alessandro Gatta
La cascina di Desenzano che ospita i quindici   richiedenti asilo
La cascina di Desenzano che ospita i quindici richiedenti asilo
La cascina di Desenzano che ospita i quindici   richiedenti asilo
La cascina di Desenzano che ospita i quindici richiedenti asilo

Alessandro Gatta Acqua non potabile, ritardi nell’erogazione dei pocket money, condizioni igieniche precarie, fondi limitati per l’acquisto di generi alimentari e prodotti per l’igiene. Sono le condizioni di degrado in cui sarebbero costretti a vivere i 15 profughi ospitati a Desenzano. La situazione è descritta in modo circostanziato nella denuncia presentata alla Prefettura dal Forum anticapitalista bresciano, da Rifondazione Comunista e dal comitato Senza Confini. Nel mirino la gestione dell’accoglienza della cooperativa Olinda di Medole, in una cascina privata in località «La Pergola» tra Rivoltella e San Martino. I firmatari dell’esposto spiegano di aver raccolto testimonianze dirette tra i giovani, di età compresa tra i 19 e i 28 anni, provenienti da Bangladesh, Gambia e Nigeria. Non solo: alcuni dei ragazzi del Centro di accoglienza straordinaria sarebbero stati sfruttati in nero per la raccolta dell’uva da aziende della zona. Sulla struttura tra l’altro pende a fine anno il rischio di chiusura perchè stando agli antagonisti l’area è interessata dai cantieri dell’Alta Velocità ferroviaria. «Non abbiamo alcuna segnalazione in merito - è la laconica replica della cooperativa –. Il contratto di locazione scadrà il 31 dicembre: siamo in attesa dei nuovi bandi della Prefettura, per un’e- ventuale proroga, ma dobbiamo anche aspettare la risposta dei proprietari. Se non ci fosse il rinnovo, allora è vero che il Cas dovrebbe chiudere». Quanto alle altre contestazioni, i vertici di Olinda sono lapidari: «La leggenda dell’acqua non potabile è vecchia ed è stata smentita dalle analisi effettuate fin da quando la struttura è stata aperta, e dal sopralluogo di un paio di mesi fa. I pocket-money vengono erogati una volta al mese, come da regolamento: e comunque nessuno sgarro, perché tutto viene rendicontato in Prefettura. Quanto al- l’acquisto di generi alimentari, abbiamo da poco cambiato le modalità: piuttosto che rischiare di sprecare cibo, abbiamo preferito coinvolgere i ragazzi nella spesa settimanale, ma è chiaro che come tutti i cambiamenti potrebbe aver creato malumori. Non abbiamo notizie del lavoro nero: a noi risulta che alcuni ospiti sono riusciti a ottenere un contratto serio, un passo importante per il loro futuro inserimento». Dunque anche a Desenzano - dove ci sono altri due centri, alle Grezze e a Vaccarolo - tiene banco il tema dell’accoglienza e dell’in- tegrazione: la questione più calda di un inverno demografico ormai irreversibile. •

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