Quell’11 settembre sul Garda:
tutta Limone fuggì dalla guerra

di Luciano Scarpetta
Limone 100 anni fa: la motonave Italia portò in salvo gli abitanti
Limone 100 anni fa: la motonave Italia portò in salvo gli abitanti
Limone 100 anni fa: la motonave Italia portò in salvo gli abitanti
Limone 100 anni fa: la motonave Italia portò in salvo gli abitanti

Anche Limone, esattamente cento anni fa, ha avuto il suo «11 Settembre»: un anniversario di terrore collettivo, come per New York quasi un secolo dopo.

Era l’11 settembre del 1916 quando l’intero paese venne completamente abbandonato dai suoi abitanti, a causa del fronte di guerra che si stava pericolosamente avvicinando, per un esilio forzato protrattosi fino al 17 dicembre 1918: tutti gli abitanti, compresi i cani, furono imbarcati sulla motonave Italia e portati al sicuro, distanti dalla linea del fuoco.

IN QUEI GIORNI il confine con l’Austria-Ungheria era a una manciata di chilometri (l’attuale frontiera con la provincia trentina, dopo capo Reamol) e grande era la paura per il nemico alle porte.

Una ricorrenza che non è dimenticata: domani sera, come annuncia Antonio Martinelli, assessore e presidente della biblioteca, «la ricorderemo con solennità.

In programma un concerto per cinque archi e organo alle 21 alla parrocchiale di San Benedetto. Sarà solo il preludio di altre iniziative per ricordare i cento anni dell’esodo. «A dicembre - anticipa l’assessore - in occasione del ponte dell’Immacolata si terrà una rievocazione teatrale intitolata “Esodo” coinvolgendo gli alunni delle scuole».

All’epoca, con l’entrata in guerra dell’Italia, tutta la zona a confine con l’impero Austro-Ungarico cominciò a essere in pericolo: per ragioni di sicurezza si decise di far sgomberare il borgo da tutta la popolazione stimata in circa 600 abitanti.

«Qualcuno - afferma lo storico limonese Domenico Fava – si trasferì nei paesi limitrofi da parenti e conoscenti. Quelli che non trovarono ospitalità, al netto degli uomini arruolabili, 144 abitanti, ovvero 49 famiglie composte da 46 uomini, 52 donne e 46 adolescenti, vennero imbarcati con le loro modeste masserizie sul piroscafo Italia».

LA MOTONAVE con a bordo anche il sindaco di Limone GianBattista Dalò, salpò alle 21 facendo rotta verso il basso lago. Un primo gruppo fu sbarcato a Maderno trovando ospitalità all’Hotel Lignet (ora Istituto Sacro Cuore) mentre a Gardone furono divisi fra l’Hotel Monte Baldo, Villa Ella, Villa Maria e Villa Ruhland che divenne sede provvisoria del municipio.

«In quel periodo - precisa Domenico Fava - oltre alle 13 perdite al fronte, la popolazione limonese in esilio festeggiò 6 nascite: per due di loro fu scelto il nome Maderno e Rulanda per una femmina».

Il continuo transito delle truppe comportò purtroppo danni e depredazioni nelle case e l’inevitabile abbandono delle colture di olivi e agrumi. Dopo la guerra, il 17 dicembre 1918, i limonesi poterono ritornare al paese e ricostruire tutto ciò che era andato distrutto.

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