Il mondo degli umani è pieno di trappole per gli animali; soprattutto per quelli più piccoli. Capita per esempio che le piscine si trasformino in nursery mortali per gli anfibi: gli adulti ci muoiono entrandoci per deporre le uova senza più riuscire a uscirne, e la stessa sorte tocca alle larve dopo la metamorfosi. Sempre ammesso che non ci pensino i manutentori a eliminarle prima.
Centinaia di girini in questa situazione, probabilmente di rospo comune o smeraldino, sono stati salvati nei giorni scorsi, al di fuori degli ordini di servizio e del turno di lavoro, da una guardia ecologica volontaria della Comunità montana della Valsabbia e da un agente della polizia provinciale. È successo in un residence di Calvagese e l’allarme lo ha lanciato un residente. I piccoli animali occupavano il velo d’acqua creato dalla pioggia sul telo di protezione della piscina, ma a causa di un foro nella copertura erano finiti anche nella vasca. Recuperati in più riprese con dei secchi sono stati trasferiti nei laghetti di Sovenigo, a Puegnago: una soluzione di fortuna, sempre migliore della morte annunciata e legata alla pulizia della struttura.
Un caso non certo isolato, che invita a fare altrettanto a fronte di episodi analoghi anche se non è semplice trovare «case» alternative per gli animali. Per farsi aiutare ci si può rivolgere ai servizi di vigilanza ecologica delle comunità montane e della Provincia o alle associazioni animaliste, ma bisogna sapere che non esiste nessun servizio di pronto soccorso strutturato per questi casi: gli agenti sono pochissimi e i semplici volontari ancora meno. L’unica certezza è data dal divieto assoluto di uccisione di anfibi adulti e girini che sono protetti da diverse norme, la più recente delle quali è la legge regionale 10 del 2008. P.BAL.