«Salviamo il carpione»
I pescatori fanno rete

Il carpione: critiche e proposte per il ripopolamento della specie
Il carpione: critiche e proposte per il ripopolamento della specie
Il carpione: critiche e proposte per il ripopolamento della specie
Il carpione: critiche e proposte per il ripopolamento della specie

A che punto siamo con il carpione? A chiederselo con forti perplessità sono tre delle più importanti associazioni di pescatori sportivi benacensi, la Tirlindana Basso Garda, quella di Bardolino e di Limone, dopo che il bilancio della Regione Lombardia ha previsto 50 mila euro annui per il prossimo triennio destinati ad «azioni di tutela» di questa ormai rara specie autoctona.

«NON SI COMPRENDE il senso di questo finanziamento per un progetto di studio - scrivono le tre associazioni - quando ne esistono già altri costosi e recenti come quello del “Salvacarpio” finanziato proprio da Regione Lombardia. Il progetto avviato il 2 dicembre 2008 si concluse il 31 marzo 2012 con una spesa complessiva di 303mila euro in collaborazione con Ersaf e Zooprofilattico».

Ma soprattutto i pesci: «La Regione - scrivono i pescatori - possiede un considerevole parco carpioni costituito da migliaia di riproduttori nati da esemplari in cattività provenienti dai rimanenti del progetto Salvacarpio (60 esemplari) e da esemplari selvatici provenienti da uova di carpioni pescati da pescatori professionisti autorizzati nelle “freghe” dell’alto Garda e successivamente fecondate».

Proprio grazie a questo progetto, circa 6mila avannotti nati e accresciuti al Centro ittiogenico di Desenzano vennero seminati nel lago e 1500 trasferiti nell’allevamento di Tremosine: «Affinché questo patrimonio di specie ittica unica e considerata in via di estinzione non sia a rischio abbandono e dispersione - affermano i pescatori - la Regione dovrebbe decidere cosa fare: attualmente non se ne conoscono le intenzioni».

Cosa propongono i pescatori? «Sarebbe utile se la Regione destinasse fondi per il ripopolamento del carpione nel Garda: un progetto gestito dalla Regione stessa, focalizzato su riproduzione, semine, posa di uova fecondate e aree di frega».

In questa direzione va il contributo della Comunità montana parco alto Garda, in sinergia con il Cnr, per provare nell’arco di un decennio a ricostituire le condizioni ambientali necessarie alla riproduzione del carpione attraverso aree di frega protette e la creazione di un buon numero di esemplari riproduttori. «Servirà ovviamente il contributo di tutti i soggetti chiamati in causa», anticipa la direttrice del Parco Beatrice Zambiasi che proprio tra poche settimane illustrerà il progetto in un’audizione in Regione Lombardia. L.SCA.

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