Sesso con minori:
l’istruttore di karate
a processo il 28 marzo

di Paola Buizza
Ieri in tribunale l’udienza preliminare per l’inchiesta che coinvolge il maestro di karate Carmelo Cipriano
Ieri in tribunale l’udienza preliminare per l’inchiesta che coinvolge il maestro di karate Carmelo Cipriano
Ieri in tribunale l’udienza preliminare per l’inchiesta che coinvolge il maestro di karate Carmelo Cipriano
Ieri in tribunale l’udienza preliminare per l’inchiesta che coinvolge il maestro di karate Carmelo Cipriano

Paola Buizza Si aprirà il 28 marzo il processo con rito abbreviato nei confronti di Carmelo Cipriano, il maestro di karate arrestato nell'ottobre 2016 con la pesante accusa di aver avuto rapporti sessuali con alcune allieve minorenni della sua palestra di Lonato del Garda. In un caso la vittima aveva addirittura 12 anni all’epoca del primo approccio. Rito abbreviato e non dibattimento perché così ha scelto lo stesso Cipriano. Il suo legale ha chiesto tre perizie neuro psichiatriche, una sul suo assistito e le altre su due delle ragazze che lo accusano, ma il pm Ambrogio Cassiani ha chiesto al gip di rigettare la richiesta, e così è stato. IN AULA ERANO presenti ieri anche gli avvocati delle presunte vittime. In cinque si sono costituiti parte civile tra ragazze, genitori delle stesse e l'associazione «La Caramella Buona», organizzazione non lucrativa contro la pedocriminalità. Per il 28 marzo è stata inoltre fissata l’udienza preliminare di altri due adulti coinvolti nell’inchiesta: D.A., 51enne milanese residente a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, ed S.P., 44enne mantovano, entrambi a piede libero. Fin dal 2003, secondo la Procura, Carmelo Cipriano avrebbe avuto rapporti con le sue allieve, tutte minorenni. «La sua condotta denota una totale assenza di freni inibitori ed un totale sprezzo delle regole di civile convivenza e di mancanza di rispetto per la vita altrui, dimostrando infine di essere avvezzo all’uso della violenza e della prepotenza e di farvi ricorso con assoluta disinvoltura», ha scritto il pm Ambrogio Cassiani quando a ottobre ha chiesto, e ottenuto, l’arresto di Cipriano. L’istruttore, attualmente in carcere, si è separato dalla moglie - non coinvolta nella vicenda - qualche settimana dopo essere stato arrestato. LA DELICATA INDAGINE della Procura aveva preso il via dalla denuncia di un’allieva di Cipriano, dodicenne al tempo dei primi palpeggiamenti dell’istruttore che sarebbero avvenuti durante un «pigiama party» in palestra. La giovane, oggi 22enne, ha raccontato agli inquirenti che fino all’età di 15 ha continuato ad avere rapporti completi con l’imputato. La prima volta la sera del 31 dicembre 2009 a 13 anni. «Non ero felice e non volevo avere rapporti con lui e questo lo faceva arrabbiare moltissimo. Mi controllava sistematicamente il telefono e si adirava quando gli rappresentavo che intendevo fare altre cose al di fuori della palestra» ha fatto mettere a verbale la ragazza. Agli atti anche la denuncia dei genitori di un’altra iscritta ai corsi di karate che con Cipriano ha avuto una lunga relazione. E che in Procura ha assicurato: «Lui era conscio che ero minorenne». Ruolo importante nell’impianto accusatorio è quanto emerge da sms e chat, tasselli che la difesa del maestro di karate affronterà, cercando di scardinare, con proprie indagini investigative difensive, strumento introdotto nel nostro ordinamento dal 2000. •

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