Simula la fuga di gas e deruba l’inquilina

di Alessandro Gatta

Dalla periferia al centro storico, la banda del gas colpisce ancora. A poco più di una settimana dal blitz in zona stazione, un’altra famiglia è stata derubata di oro e gioielli da un finto tecnico del metano, poi fuggito a bordo di un’auto guidata da un complice. Oggi come ieri, tutto studiato nei minimi dettagli. Attorno alle 9, il ladro-truffatore ha suonato il campanello della casa delle vittime abbigliato con una tuta da lavoro falsa come il cartellino di riconoscimento mostrato agli inquilini intestato a un’impresa che sta effettivamente effettuando dei lavori nella zona. «Stiamo verificando che non ci siano perdite di gas nelle tubature dell’acqua», ha ammonito con tono professionale il finto tecnico facendo centro. «IN EFFETTI l’acqua del rubinetto usciva marrone – ammette la vittima – e sapevo che nel quartiere stavano lavorando. Quindi mi sono fidata, e lui è stato talmente bravo che è riuscito a convincermi». Per i primi minuti tutto fila via liscio, con molta calma: «Mi ha fatto aprire i rubinetti, poi improvvisamente ho cominciato a sentire un fortissimo odore di gas. E allora mi sono spaventata, anche perché in casa c’era mia mamma, anziana». Pare che il tanfo provenisse dal liquido nebulizzato da una bomboletta impugnata dal ladro. «C’era un odore penetrante, ero preoccupata - rivela la vittima -. In quei momenti è vero che non si ragiona più, l’ansia cresce, prevale l’istinto». I minuti successivi sono quasi frenetici: madre e figlia sono state convinte ad uscire di casa. «Stiamo per immettere una sostanza che bloccherà la perdita, ma che potrebbe corrodere il metallo», ha annunciato il ladro truffatore. L’inquilina ha messo tutti i gioielli in una borsa «che ho sempre stretto fra le mani mentre uscivo. Non appena l’ho appoggiata è bastato un attimo: il ladro l’ha presa ed è scappato di corsa, e appena fuori il complice lo aspettava in macchina». •

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