Sos del contabile israeliano «L’Italia deve proteggermi»

di F.D.C.
L’israeliano Ilya Sherman
L’israeliano Ilya Sherman
L’israeliano Ilya Sherman
L’israeliano Ilya Sherman

Ilya Sherman, il 50enne contabile israeliano in carcere a Canton Mombello da marzo, grida a gran voce la sua innocenza e persecuzione da parte delle magistratura russa. Era venuto in vacanza a Pasqua sul lago di Garda con la famiglia e si è visto arrivare in camera d’albergo la polizia con il mandato d’arresto per una truffa internazionale Dopo aver chiesto aiuto al consolato israeliano e ad un ufficio legale russo, Sherman ha nominato suo difensore l’avvocato Pasquale Pantano, del Foro di Milano, già suo difensore nel procedimento estradizionale. «Chiedo protezione dallo Stato italiano in riferimento alle circostanze di persecuzioni politicamente motivate con l’esercizio del perseguimento penale nei miei confronti - scrive Sherman in un lungo memoriale - e nei confronti delle persone che sono stati a lungo i miei datori di lavoro in Russia». Afferma inoltre di «non poter contare sulla protezione dei miei interessi nel mio paese d’origine, la Federazione Russa, poiché le autorità utilizzano gli inquirenti, la procura e gli organi giudiziari per perseguitare i miei ex-datori di lavoro per le loro opinioni politiche». La figlia del contabile israeliano Daria Sherman, che vive a Londra, viene spesso a trovare il padre a Canton Mombello. Del suo caso sono state interessate anche Amnesty International ed associazioni dei diritti umani, ricordando che esistono casi precedenti in cui, nonostante la richiesta russa di arresto ed estradizione di un sospetto le autorità italiane hanno già scelto di rimandare l’arrestato nel proprio Paese di residenza. •

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