Tav Brescia
Verona: il progetto
esecutivo

di Valentino Rodolfi
Il tracciato dell’alta velocità
Il tracciato dell’alta velocità
Il tracciato dell’alta velocità
Il tracciato dell’alta velocità

Rimane per ora nei cassetti, e attende solo le decisioni della politica, il progetto esecutivo della Tav Brescia-Verona. Ma di fatto è pronto: ci sono firme, timbri, elaborati, tutta la versione finale del progetto con i tracciati e i manufatti. Dopo l’approvazione del progetto definitivo del 2017, il consorzio di imprese Cepav Due, su committenza di Rfi e Italferr, non ha perso tempo e ha realizzato il «manuale da campo», appunto il progetto esecutivo, che potrà poi essere utilizzato sui cantieri, previa approvazione del governo. Non manca altro. La tratta interessata è quella tra Mazzano e l’hinterland di Verona: il tratto Brescia-Mazzano invece, da realizzare quadruplicando la ferrovia esistente in uscita dalla città per Rezzato, è ancora in fase di progettazione.

IL QUADRUPLICAMENTO di Brescia Est si allaccia alla linea Tav, che sarà un corridoio ferroviario completamente nuovo e diverso, dopo un tratto di circa 5.2 km: i binari hanno una velocità di tracciato di 200 km/h. Uscendo da Mazzano, a Calcinato e Lonato, il tracciato della linea va ad affiancarsi sul lato nord all’Autostrada A4, superando il fiume Chiese con un viadotto lungo 377 metri. La relazione del progetto esecutivo conferma in pratica il tracciato previsto dalle precedenti versioni: «Dopo il viadotto Chiese, il tracciato prosegue in rettifilo e lambisce l’edificio della “Fornace Vecchia”, quindi attraversa la collina con una galleria lunga 460 metri». Sbucando a Lonato sempre a nord dell’A4, seecondo una curva di 6.000 metri di raggio, il tracciato procede in superficie, lambendo le acciaierie Feralpi, fino all’imbocco della galleria a doppia canna verso Desenzano. È questo tunnel l’opera più complessa del primo lotto della Tav Brescia Verona: sarà lungo 7371 metri, di cui un tratto centrale di 4.757 metri in galleria naturale e due imbocchi di 1250 metri in territorio di Lonato e di 1364 a Desenzano. Oltre lo sbocco della galleria, tra Serraglio e Lavagnone, a Desenzano il tracciato riemerge non più a nord, ma a sud dell’autostrada, ma sempre affiancato alla A4 sul piano campagna. Anche qui, come in tutto il tratto in affiancamento con la A4, l’interferenza è risolta tramite prolungamento dei cavalcavia autostradali. Altre due gallerie artificiali, più brevi, sono poi previste in zona «Colli storici» (50 metri) e sotto il casello di Sirmione (180 metri), per non interferire con l’autostrada. Superata la zona del casello, il tracciato riemerge e da qui si porta a Pozzolengo verso Peschiera e un altro punto critico: il laghetto del Frassino.

NON C’È TRACCIA nel progetto esecutivo della «stazione intermedia» tra San Martino e Pozzolengo, che era stata ipotizzata con uno studio di fattibilità commissionato un anno fa dal governo, per non «tagliare fuori» il distretto turistico gardesano dal nuovo corridoio strategico. Questo è in sintesi il tracciato, che prevede 4 viadotti, 4 gallerie naturali e 14 gallerie artificiali, ma che non impedirà così un notevole consumo di territorio fra cui circa 75 ettari di vigneti pregiati, dei quali circa 30 nella zona del Lugana Doc. Se il governo darà alla fine il via libera, sarà in base a questo progetto esecutivo che la ferrovia sarà realizzata, fatta salva un’unica opzione: l’idea di una Tav «soft», che secondo le voci viene suggerita dall’analisi costi-benefici, e che vedrebbe un quadruplicamento della vecchia ferrovia. Oggi non sembra probabile, ma il dibattito è aperto.

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