Tav Brescia-Verona, Toninelli tra due fuochi

Sulla Tav Brescia-Verona sale il «pressing» sul ministro Toninelli
Sulla Tav Brescia-Verona sale il «pressing» sul ministro Toninelli
Sulla Tav Brescia-Verona sale il «pressing» sul ministro Toninelli
Sulla Tav Brescia-Verona sale il «pressing» sul ministro Toninelli

Sulla Tav Brescia-Verona continua il pressing, in una direzione o nell’altra, sul ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli. Un ripensamento radicale viene chiesto dall’Osservatorio nazionale sui trasporti (Onlit) che ha inviato una lettera al ministro per chiedere un «riesame urgente sotto il profilo economico, finanziario e progettuale» dell’intera tratta fra Brescia, Verona e Padova. Secondo l’Osservatorio «va ritenuto nullo il contratto operativo stipulato nel giugno scorso tra il concessionario Rfi e Cepav 2, il general contractor, cui era stata affidata l’opera nel 1991 senza gara, a seguito del recente arresto del suo presidente Duccio Astaldi», indagato per le accuse di corruzione. L’Onlit cita poi il «recente aumento di 209 milioni, che ha portato i costi del primo lotto di 48 chilometri dell’opera a 1,64 miliardi, pari a 39,1 milioni a chilometro» per un’attività che per Trenitalia «è in flessione, con il margine operativo lordi delle Frecce Rosse in calo del 22,4%». L’Osservatorio cita inoltre l’analisi indipendente di Marco Ponti, già ordinario di Economia dei Trasporti del Politecnico di Milano, secondo il quale «la Tav Brescia-Padova sarebbe conveniente per la collettività solo se costasse 4 miliardi in meno degli 8 previsti». Un pressing in senso contrario proviene però dalle organizzazioni degli imprenditori e dai partner di governo. Dopo le prese di posizione pro Tav da parte di Confindustria di Verona e Vicenza, anche il vicepremier Matteo Salvini, sabato a Verona, si è schierato: «La Tav Brescia-Verona-Padova si deve fare - ha detto - anche perché è in una fase già troppo avanzata per fermarla», con il progetto definitivo approvato e i contratti firmati. •

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