Tav, ora per il Garda suona la «campana»

di Valentino Rodolfi
Un «segmento» del tracciato della Tav fra Lonato e Desenzano
Un «segmento» del tracciato della Tav fra Lonato e Desenzano
Un «segmento» del tracciato della Tav fra Lonato e Desenzano
Un «segmento» del tracciato della Tav fra Lonato e Desenzano

«La Tav è più vicina? Non lo decido io, ma noi non stiamo con le mani in mano: giovedì mattina saremo a Brescia nella sede della Provincia per formare un “pool” con i tecnici comunali per tenere sotto controllo la situazione sui territori». Lo rivela il sindaco di Desenzano, Guido Malinverno, convocato per domani dal presidente della Provincia con i colleghi degli altri quattro Comuni bresciani del primo lotto dell’alta velocità: Mazzano, Calcinato, Lonato e Pozzolengo. «L’ideale - dice Malinverno - sarebbe formare una cabina di regia a Brescia, ma con presenti i tecnici di ciascun Comune, esperti dei propri territori e delle specifiche situazioni legate agli espropri, ai futuri cantieri, ai problemi di viabilità interna eccetera». DOPO L’USCITA dai «cassetti» del progetto esecutivo della Taqv Brescia-Verona, , di cui Bresciaoggi ha mostrato nell’edizione ieri alcune tavole ed estratti, l’impressione è quella di un’accelerazione. «Io non sono contrario a modernizzare le ferrovie e ai treni veloci - dice Malinverno, che ha impugnato al Tar il progetto definitivo -: il mio problema è la qualità di questo progetto e il suo impatto, non solo sull’ambiente, ma anche sul turismo, sulla viabilità e sull’economia generale di qiesti territori. Io spero ancora in un’alternativa “soft“, che in questo tratto l’alta velocità sfrutti la ferrovia esistente, senza nuovi corridoi». Un’idea, quella dell’alternativa «soft», meno costosa, che fa capolino anche per la Torino-Lione e che, secondo indiscrezioni, potrebbe comparire come «suggerimento» nell’analisi costi-benefici. che per la Tav Brescia-Verona sarà consegnata al ministero a fine mese. Quali che siano le indicazioni tecniche dell’analisi, infatti, la decisione sarà alla fine politica. La componente 5 Stelle del governo, che con Toninelli regge il ministero dei Trasporti, cerca forse una via d’uscita per non dover dire sì alla Tav, ma neanche un no definitivo. La «Tav soft», che sul Garda significa il raddoppio della ferrovia esistente, potrebbe in teoria essere un’opzione aperta, quasi fuori tempo massimo. «MA CERTO che tornerà sul tavolo l’opzione soft, è l’unica possibilità - afferma Dario Balotta, esperto di trasporti di Legambiente -. Non ho accesso ai lavori dell’analisi costi benefici, ma trovo abbastanza inevitabile che darà un saldo negativo e proporrà alternative meno costose». Si vedrà: il dato oggi certo è che il progetto esecutivo c’è e attende solo il via libera del governo. Tutto è possibile, o forse tutto è già scritto. •

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