Terremoti, si alza
l’asticella
della sicurezza

di Cinzia Reboni
Gli amministratori all’incontro promosso dalla Regione sui criteri di costruzione nelle zone sismiche
Gli amministratori all’incontro promosso dalla Regione sui criteri di costruzione nelle zone sismiche
Gli amministratori all’incontro promosso dalla Regione sui criteri di costruzione nelle zone sismiche
Gli amministratori all’incontro promosso dalla Regione sui criteri di costruzione nelle zone sismiche

La prevenzione diventa un solido appiglio per non tremare quando la terra ha un fremito. Complice la conformazione geomorfologica di un territorio esposto ai terremoti, l’area bresciana rappresenta uno snodo cruciale e strategico nella nuova mappa sismica varata dalla Regione Lombardia. La classificazione e le norme collegate sono entrate in vigore il 10 aprile scorso. L’aspetto qualificante è il ruolo di vigilanza affidato ai Comuni. Tutti gli edifici del futuro dovranno essere costruiti con criteri antisismici più rigorosi rispetto al recente passato.

«NON AUMENTA il rischio, ma la sicurezza - ha commentato l’assessore regionale alla Protezione civile, Simona Bordonali, che ieri al Pirellino ha presentato agli enti locali il pacchetto normativo -. La classificazione non deve essere intesa come un innalzamento dell’asticella del rischio terremoti, ma solamente come una svolta verso un sistema di prevenzione teso a mitigare gli effetti e i danni conseguenti ai fenomeni sismici».

«Questo nuovo documento - ha sottolineato Simona Bordonali - testimonia la sensibilità della Regione Lombardia verso il tema della prevenzione. Una maggiore prudenza porterà a procedure più cautelative rispetto alla pianificazione territoriale, edilizia e urbanistica».

La nuova mappa stabilisce che in tutta la Lombardia sono 446 i Comuni inseriti in fascia 4, vale a dire con sismicità molto bassa (erano 1.267 nel precedente «censimento»); passano alla fascia 3 (sismicità bassa) 1028 Comuni (prima erano 238) e salgono a 57 quelli in fascia 2 (alta sismicità, 16 in più rispetto alla vecchia zonizzazione, concentrati nelle sole province di Brescia e Mantova). Nessun Comune rientra invece nella fascia 1, quella a più elevato livello di sismicità. La classificazione da 1 a 4 si basa sul valore di accelerazione massima prevedibile su suolo rigido o pianeggiante, che ha una probabilità del 10 per cento di essere superata in 50 anni.

Nella nostra provincia sono 154 i paesi riclassificati in zona 3 a sismicità bassa e 52 in zona 2 a sismicità alta. Significativo l’ingresso di Brescia, unico capoluogo di tutta la Lombardia in zona 2, «dovuto - spiega l’assessore Bordonali - alla particolare attenzione e prevenzione necessaria al fine di tutelare gli edifici storici della città».

Il segmento di territorio vicino al lago di Garda è quello con «pericolosità sismica» più elevata: solo Limone e Magasa hanno mantenuto la zona 3, tutti gli altri rientrano nel livello più alto. «Dopo il terremoto del 2004 di Salò, l’Amministrazione locale ha dimostrato una particolare attenzione, mettendo il piano di emergenza a disposizione di tutta la popolazione. Si è trattato di un passo importante, perchè significa che c’è una sensibilità molto alta. Finalmente anche la Regione Lombardia si è adeguata alla normativa nazionale, puntando soprattutto sulla prevenzione. La nuova classificazione impone criteri più restrittivi per l’edificabilità, soprattutto per quei Comuni inseriti nella zona 2, con un’attenta verifica anche della compatibilità dei materiali utilizzati per le nuove costruzioni. La Regione - conclude l’assessore - deve fare tutto il possibile affinchè i Comuni vengano agevolati in questo passaggio normativo, dando loro sostegno e informazioni necessarie».

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