Tornerà a «respirare» il torrente Toscolano

di Luciano Scarpetta
Una delle tante campagne di ripopolamento intraprese nelle acque del torrente ToscolanoIn una simulazione grafica l’ultimo tratto del Toscolano come dovrebbe essere dopo i lavori al via
Una delle tante campagne di ripopolamento intraprese nelle acque del torrente ToscolanoIn una simulazione grafica l’ultimo tratto del Toscolano come dovrebbe essere dopo i lavori al via
Una delle tante campagne di ripopolamento intraprese nelle acque del torrente ToscolanoIn una simulazione grafica l’ultimo tratto del Toscolano come dovrebbe essere dopo i lavori al via
Una delle tante campagne di ripopolamento intraprese nelle acque del torrente ToscolanoIn una simulazione grafica l’ultimo tratto del Toscolano come dovrebbe essere dopo i lavori al via

È uno dei pochi corsi d’acqua tributari del Garda, secondo solo al Sarca, il principale immissario del lago, storicamente utilizzato come sito riproduttivo per la trota lacustre. Stiamo parlando del torrente Toscolano, un corridoio ecologico necessario a molte specie ittiche per completare il proprio ciclo ecologico: lo utilizzano per spostarsi dal lago alle zone di riproduzione lungo il torrente, caratterizzando in modo particolare il tratto terminale.

«Nel corso degli anni però - analizza il vice sindaco Davide Boni - l’artificializzazione delle sponde e non il regime idrologico della diga di Valvestino, in contrasto con le particolari necessità ecologiche del corso d’acqua, ha compromesso l’elevato potenziale naturalistico del sito, limitandone fortemente le sue caratteristiche e comprimendo il ruolo di corridoio per la fauna ittica». Per questo, dal 15 settembre, inizieranno i primi lavori, dell’importo complessivo di 147.977 euro, necessari a custodire la rete ecologica della trota lacustre tra il lago di Garda e il torrente di Toscolano.

CINQUE MESI durante i quali grazie a opere di ingegneria naturalistica sarà ripristinato il battente idrico di un metro, necessario per consentire la risalita delle trote nel torrente durante la riproduzione. «Fino a quando non si arriverà a una corretta ed efficace razionalizzazione dell’uso delle risorse idriche del Toscolano - sottolinea Boni - diviene di fondamentale importanza soddisfare le necessità della fauna ittica lacustre, mitigando alcune pressioni antropiche che in ogni caso sarebbero tecnicamente e facilmente risolvibili a fronte di una maggiore collaborazione tra le parti». Il progetto presentato dal Comune di Toscolano Maderno (con la Provincia di Brescia, ufficio pesca, l’associazione locale di pescatori dilettanti La Fario e la Comunità Montana) è stato finanziato da Fondazione Cariplo con l’assegnazione nel dicembre 2015 di un contributo di 250 mila euro.

Sarà inoltre adeguato l’incubatoio ittico di Toscolano Maderno gestito dall’associazione La Fario, per le attività di ripopolamento dell’alto Garda. «Il fiume – chiosa il sindaco Delia Maria Castellini - è stato l’elemento che ha dato ricchezza al nostro territorio, dal promontorio alle spiagge, dall’industria cartaria alla pesca, e rappresenta non solo un polmone ambientale eccezionale, ma vogliamo che diventi la porta d’accesso al cuore montuoso dell’Alto Garda, come è stato per secoli».

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