Turismo, dal «boom» alla crisi

di Luciano Scarpetta
Non solo tedeschi: diversificare la clientela è la ricetta per superare i primi segnali di crisi turistica
Non solo tedeschi: diversificare la clientela è la ricetta per superare i primi segnali di crisi turistica
Non solo tedeschi: diversificare la clientela è la ricetta per superare i primi segnali di crisi turistica
Non solo tedeschi: diversificare la clientela è la ricetta per superare i primi segnali di crisi turistica

Il doppio della Sardegna, oltre una volta e mezza la Liguria: il lago di Garda con i suoi 24 milioni di presenze annue è tra le principali mete turistiche italiane. Ma ha i suoi alti e bassi: quest’anno i «bassi», con una flessione del 4 per cento sull’annata precedente secondo le stime, provvisorie, di metà estate. DOPO IL BOOM del 2016 per la riviera bresciana con lo sfondamento dei 7 milioni di presenze (7.378.903) e la «tenuta» dei numeri nello scorso anno (7.726.796), nel 2018 il trend di crescita sembra essersi fermato. «Una crisi per certi versi temuta ma inaspettata - è l’analisi del direttore del Consorzio turistico Lago di Garda Lombardia, Marco Girardi - accentuata si dai mondiali di calcio, che hanno tenuto a casa molti tedeschi tra fine giugno e metà luglio, ma accentuata con la riapertura di mercati concorrenti. Mi riferisco in special modo alla Turchia, Mar Rosso, Grecia, Marocco e Tunisia, mete tradizionalmente moto appetibili dalla clientela del nord Europa, che hanno abbassato i prezzi per ripartire dopo la gli attacchi terroristici». IN SOLDONI, quanto sta perdendo il Garda? «Secondo i primi dati – abbozza Girardi – il calo si aggira sul 4% in meno di presenze sull’anno scorso. Questo per la sponda bresciana, mentre in quella veneta va anche peggio. Noi lavoriamo per l’80% con una clientela che raggiunge il lago con i propri mezzi, solo il 15% arriva in aereo: la concorrenza internazionale è meno acuta per noi che per i colleghi veronesi». MA IL CALO C’È: come reagire? «Innanzitutto diversificare le nazionalità degli ospiti e ampliare il mercato - risponde Marco Girardi – con nuove attrattive come il cicloturismo, rivolgendo inoltre un occhio di riguardo ai mercati ricchi». In effetti la sponda lombarda, a differenza di quella veneta che può contare il doppio delle presenze, dispone di una decina di strutture a cinque stelle, tra cui uno «superior» pluripremiato a livello mondiale che è il Lefay di Gargnano: «Stiamo lavorando a progetti sul mercato russo che coinvolgeranno con la compagnia aerea S7 le città di Mosca e San Pietroburgo. Oltre a questo, stiamo pianificando una grossa promozione nei Paesi Arabi in particolare con Dubai e Abu Dhabi, località dove si apprezzano le proposte di qualità». Nel frattempo nella seconda parte della stagione proverà a recuperare qualcosa, confidando nella clemenza del meteo: «Tireremo le somme alla fine - conclude Girardi - confidando nei mesi di settembre e ottobre che non deludono mai». «C’è da aggiungere che per la sponda bresciana del lago - conclude il direttore del Consorzio - incidono molto nella scelta della meta di vacanza le infrastrutture. Al netto delle due nostre “capitali”, Sirmione e Limone, raggiungibili fuori dal budello della 45 bis, in altre località il cambio di tendenza si è sentito maggiormente». •

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