Turismo, il Garda bresciano ha perso il bus

di Luciano Scarpetta

Il dato è storico e tristemente consolidato: la sponda veronese del lago di Garda fa quasi il doppio delle presenze turistiche bresciane, con 12 milioni di pernottamenti contro 6 milioni e rotti.

LA NOVITÀ è che i bresciani, anche gli stessi operatori turistici, non hanno più paura di dire chiaro e tondo il motivo, senza temere «danni d’immagine», perchè i fatti sono più importanti dell’immagine: la causa è una viabilità da incubo, le code insopportabili che si vedono già sulla 572 tra la Valtenesi e Salò, che diventano infernali nel tratto «alto» della Gardesana, raggiungendo il culmine nelle gallerie fra Tignale e Gargnano.

Lo si è detto chiaro e tondo giorni fa, alla firma dell’atto di finanziamento del progetto per creare una nuova e più ampia galleria al posto delle tre «storiche». Lo ha detto il vicepresidente del Consorzio turistico Lago di Garda Lombardia, Luigi Bertoldi: «Si registra purtroppo un grande divario: tra Malcesine e Peschiera oltre 5 milioni di presenze turistiche più delle nostre. E la causa principale è una viabilità obsoleta».

Non è un caso se, delle tre località bresciane più gettonate, Sirmione e Desenzano hanno autostrade e ferrovie, mentre Limone è fuori dal «budello» della 45 Bis, raggiungibile dai tedeschi via Trentino. Tre paesi che da soli fanno oltre 3 milioni di presenze, sul totale di 6. E nella zona di mezzo? Lì fare «i numeri» è molto più difficile.

«NEGLI ULTIMI ANNI le strutture ricettive di maggior successo sono sorte nelle zone più facilmente raggiungibili con roulotte, camper e soprattutto dagli autobus granturismo: mezzi che sulla 45 bis non possono nemmeno transitare - fa notare Bertoldi -. Un impedimento al passaggio degli autobus di grandi dimensioni (i preferiti dai tour operator di mezza Europa) che non consente ai nostri alberghi di fare di più».

Certo, con la promozione, i numeri bresciani negli ultimi anni sono cresciuti. Ma con queste strade il derby Brescia-Verona non si vince.

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