Un residence al Santa Corona
Addio all’ospedale del cuore

di Sergio Zanca
L’ormai ex ospedale Santa Corona: sarà trasformato in «residence»
L’ormai ex ospedale Santa Corona: sarà trasformato in «residence»
L’ormai ex ospedale Santa Corona: sarà trasformato in «residence»
L’ormai ex ospedale Santa Corona: sarà trasformato in «residence»

L’ex ospedale Santa Corona di Fasano è stato definitivamente cancellato come struttura sanitaria, e in futuro potrà diventare un albergo o un residence. Chiuso dal 24 novembre 2004, la notte del terremoto, non verrà mai più utilizzato per curare e assistere i cardiopatici, la sua funzione fin al 1965.

LA DECISIONE della Regione Lombardia è stata recepita, obtorto collo, dal consiglio comunale di Gardone Riviera. Ora ci sono due mesi di tempo, fino a metà giugno, per eventuali opposizioni al Tar, sezione distaccata di Brescia.

Il Santa Corona è di proprietà dell’azienda ospedaliera del Civile di Brescia. Negli ultimi anni l’impresa Beniamino Perini di Tremosine ha effettuato i lavori di restauro, utilizzando i fondi stanziati per il sisma del 2004. Importo del progetto: 800 mila euro. Ma l’immobile settecentesco, con giardino a lago, non è più stato riaperto dal terremoto di oltre 12 anni fa.

Gli amministratori locali, prima il sindaco Alessandro Bazzani, poi il suo successore Andrea Cipani, hanno continuato a chiedere che fossero mantenute le funzioni socio-sanitarie (esempio, casa di riposo) o in alternativa trasformarlo in albergo classico, senza nessuna possibilità di destinazione residenziale, perché «c’è stato un uso indiscriminato del suolo, con la costruzione di numerose seconde case, e un’edilizia di bassa qualità. I 6.200 metri quadrati dell’area sono ad alta sensibilità ambientale. E vanno tutelati».

Ma la Regione ha deciso in modo differente, accogliendo i desiderata del Civile, intenzionato a vendere l’edificio, con annesso giardino, alla spa Infrastrutture Lombarde, responsabile per conto di Regione di realizzare nuovi ospedali o di provvedere al riassetto degli esistenti, dopo averne incrementato il valore e l’appetibilità attraverso un cambio d’uso.

Così, a metà dello scorso dicembre, il Pirellone ha pubblicato sul Bollettino ufficiale la modifica del Piano territoriale, decidendo che il Santa Corona possa diventare un comparto «a destinazione prevalentemente turistico-alberghiera, con eventuale ampliamento fino a 300 metri cubi». Che significa: hotel o residence.

«Un’operazione che ci ha scavalcato -ha sempre sostenuto il sindaco Cipani-. Noi siamo obbligati a ratificare il cambiamento».

Con la delibera attuale, pubblicata nell’albo pretorio, il Consiglio comunale ha recepito la scelta della Regione, che ha efficacia vincolante sul Piano di governo locale, e ne costituisce variante.

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