Vacanze? L’affitto
insidia alberghi
e camping

di William Geroldi
L’affitto di case per le vacanze è in costante crescita
L’affitto di case per le vacanze è in costante crescita
L’affitto di case per le vacanze è in costante crescita
L’affitto di case per le vacanze è in costante crescita

Garda capitale indiscussa del turismo e insieme laboratorio dei cambiamenti che stanno attraversando l’industria delle vacanze. A cominciare da un elemento fino a pochi anni fa inimmaginabile, almeno per le dimensioni raggiunte: lo sviluppo esponenziale degli alloggi in affitto che hanno impresso un’accelerata poderosa all’offerta turistica, fino a pochi anni fa esclusivo terreno di caccia di alberghi, campeggi e villaggi turistici. È il recente rapporto pubblicato dall’Istat sul turismo in Italia a certificare le repentine trasformazioni e il distretto gardesano con i suoi grandi numeri immortala al meglio il fenomeno. GLI ULTIMI TRE ANNI - dal 2015 al 2017 - confermano il trend in forte ascesa, ponendo insieme domande in termini di servizi, gestione del territorio, destagionalizzazione del turismo, questioni forse non ancora appieno inserite nell’agenda politico-amministrativa delle istituzioni. Sta di fatto che l’Istat registra il vertiginoso sviluppo degli alloggi in affitto (camere, case ed appartamenti per vacanze, gestite da un amministrazione unica commerciale e date in affitto per uso turistico, questa la classificazione statistica) rispetto alle sistemazioni in albergo o nei camping-villaggi turistici. Se l’aumento generalizzato dei posti letto conferma l’appeal gardesano, la lente di ingrandimento permette di comprendere meglio le dimensioni della formula dell’alloggio in affitto. A Desenzano nel 2015 gli esercizi che offrivano alloggi in affitto erano solo 57 per 843 posti letto, triplicati l’anno successivo e ancora raddoppiati nel 2017, per un totale di 2.061 posti letto, pari a un quarto rispetto al totale di tutti gli esercizi ricettivi. Due anni prima erano poco più del 10 per cento. Non è da meno un’altra località storica del turismo benacense, Salò: nel 2015 figuravano censiti solo 9 esercizi con alloggi in affitto per 159 posti letto; dodici mesi dopo erano saliti a 47 fino ai 120 dell’anno scorso. Balzo analogo per Toscolano Maderno: valori triplicati in tre anni. Una tendenza che non tralascia nessun paese della sponda gardesana. A Sirmione l’exploit è considerevole: i 35 esercizi del 2015 diventano appena due anni più tardi 241 ed i posti letto salgono da poco più di mille a oltre duemila, il doppio, un quinto dell’intera disponibilità di posti letto. Si distinguono i piccoli Tignale e Tremosine dove la sistemazione in alloggi è molto più affermata e costituisce ormai una marcata alternativa alle tradizionali sistemazioni. È invece Limone a mettere un argine al fenomeno: su un totale di 7000 posti letto nel 2017, ben 5760 sono alberghieri ed appena 373 alloggi in affitto. Il limitrofo Gargnano torna invece a confermare la crescita della pratica dell’alloggio in affitto, pari ormai a un terzo della disponibilità di posti letto. REALTÀ che non coglie ovviamente di sorpresa gli operatori turistici, trattandosi di una crescita sotto osservazione da qualche tempo e venuta inoltre alla luce «sollecitata» dalla Guardia di Finanza che ha messo gli occhi sul fenomeno per verificare la regolarità amministrativa e fiscale. In ogni caso l’offerta costituisce di sicuro «un ampliamento delle opportunità per il nostro territorio» dice Graziano Pennacchio, albergatore camuno e vice-presidente di Federalberghi Brescia a patto del «rispetto delle regole che oggi manca assolutamente» lamenta Marco Polettini, albergatore gardesano e presidente di Assohotel. Polettini parla apertamente di «presenze fuori da ogni controllo che costituiscono un problema per un brand affermato». Polettini e Pennacchio, che sono anche ai vertici di Bresciatourism, puntano l’indice su una legislazione carente. «È in corso un confronto con la Regione - spiega Pennacchio - per una legge che faccia ordine nel campo degli alloggi in affitto» ma l’ok non sembra proprio dietro l’angolo. «Prima o poi speriamo ci si arrivi» allarga le braccia l’albergatore. Sul versante istituzionale Polettini e Pennacchio giudicano inoltre inadeguata l’attenzione istituzionale per il turismo, soprattutto sul versante della promozione: «Il Trentino fa tre volte i nostri numeri e spende 23 milioni di euro per la promozione; noi a malapena arriviamo a uno. Ci hanno tolto il ministero del Turismo e ci accorpano di volta in volta con altri ministeri; per carità non ce l’abbiamo con nessuno, ma crediamo di meritare più attenzione». Gli albergatori mettono l’accento sugli sforzi economici compiuti per stare al passo coi tempi ed adeguarsi ai cambiamenti avvenuti nel turismo. «Non ci siamo mai tirati indietro - aggiungo Polettini e Pennacchio - gli albergatori sempre più investono con il cuore perchè se dovessimo guardare solo al ritorno economico...». Ma da solo, ammoniscono, non si va lontano. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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