Virus nell’acqua,
un’altra
settimana nera

di Alessandro Gatta
L’arrivo dei cittadini in palestra: più di 500 i presenti ieri sera
L’arrivo dei cittadini in palestra: più di 500 i presenti ieri sera
L’arrivo dei cittadini in palestra: più di 500 i presenti ieri sera
L’arrivo dei cittadini in palestra: più di 500 i presenti ieri sera

L’incubo non finisce: a San Felice si attendono i risultati delle analisi effettuate ieri mattina in tutti i punti rete oltre alla presa a lago, e altre analisi sono già programmate per domani. Acqua vietata, ancora: prima di venerdì insomma, se non si andrà addirittura alla prossima settimana, l’ordinanza che vieta il consumo difficilmente verrà revocata, per cui residenti e turisti dovranno convivere ancora con i disagi dell’approvvigionamento di emergenza, e con l’incubo della presenza del Norovirus. Questo è emerso ieri sera all’assemblea nella palestra di via Zerneri, dove c’erano più di 500 persone, convocata dal sindaco Paolo Rosa, presenti Ats e Acque Bresciane.

TANTE DOMANDE (e tanti commenti) dal pubblico, nessun applauso per i tecnici: il sintomo evidente di una situazione al limite dell’esasperazione, quando oggi è ufficialmente scattato il tredicesimo giorno di divieto (l’acqua non si può bere, non la si può usare per cucinare, non ci si può lavare i denti). «Quello che è successo non deve mai più accadere - ha esordito il sindaco -. Il nostro paese merita rispetto, ed è per questo che ho chiesto un incontro urgente in Regione, per sapere cosa la Regione può fare per noi, nel post-emergenza e per tutelare l’immagine di San Felice. Sappiamo che ci sono stati interventi nell’acquedotto, dal 2009, ma non possiamo essere soddisfatti, perché qualcosa non ha funzionato». Sull’acquedotto, il gestore Acque Bresciane ha fatto sapere di aver investito 150 mila euro all’anno, per quasi 10 anni, altri 600 mila nel 2010, altri 400 mila in arrivo per un nuovo pre-trattamento all’ozono: «L’acquedotto di San Felice è il più controllato della provincia. In nove anni abbiamo monitorato 57 mila parametri biologici, e 18 mila virologici». Ma dalla sala saliva un grido: «Non pagheremo più la bolletta dell’acqua!», esclamavano all’unisono molti cittadini, delusi e arrabbiati.

IN SALA tanti parlano di casi recenti di intossicazioni, ma potrebbero non essere dovuti all’acqua: «A noi non ne risultano - ha spiegato Fulgenzio Ferri dell’Ats -. Il nostro compito però è quello di pensare alla salute della popolazione anche in presenza di un rischio solo potenziale». Altre note dalla serata: il direttore di Acque Bresciane, Paolo Saurgnani, ha rivolto le sue scuse alla cittadinanza in nome dell’azienda. Nessuno ha saputo rispondere invece alle domande sulle cause specifiche dell’ultima contaminazione.

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