Guerra dell’acqua, Limone ko Ma il caso finirà davanti all’Ue

Anche Beppe Grillo si è schierato al fianco del Comune di Limone Prosegue la battaglia per la gestione degli acquedotti
Anche Beppe Grillo si è schierato al fianco del Comune di Limone Prosegue la battaglia per la gestione degli acquedotti
Anche Beppe Grillo si è schierato al fianco del Comune di Limone Prosegue la battaglia per la gestione degli acquedotti
Anche Beppe Grillo si è schierato al fianco del Comune di Limone Prosegue la battaglia per la gestione degli acquedotti

Luciano Scarpetta Guerra dell’acqua: Limone si spezza, ma non si piega. Ieri il Consiglio di Stato ha respinto l’ennesimo ricorso contro la sentenza che impone al Comune di consegnare le chiavi dell’acquedotto ad Acque Bresciane entro il 10 giugno, così come stabilito da un pronunciamento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il massimo grado della giustizia amministrativa ha ribadito che il Comune non può gestire direttamente il servizio idrico. Ma il sindaco Franceschino Risatti non demorde è annuncia una nuova controffensiva legale che coinvolgerà, se necessario, anche la Corte europea. Limone non sarà solo nella «crociata»: al fianco del Comune si sono schierati 60 enti locali di tutta Italia e Beppe Grillo. La petizione on line rivolta a Mattarella e al premier Paolo Gentiloni per «bloccare la svendita degli acquedotti» è stata sottoscritta da quasi 6 mila persone in meno di una settimana. «IL PRIMO che si azzarda a toccare l’acqua di Limone dovrà vedersela con me e con un sempre più ampio fronte nazionale di amministratori che ci sta sostenendo in questa battaglia che oserei definire etica - avverte Risatti -. Vogliamo leggere le motivazioni della sentenza e poi con il nostro legale Giampaolo Sina passeremo al contrattacco». Il sindaco ribadisce come un mantra: «Siamo pronti a clamorose forme di protesta per difendere le nostre risorse idriche ed evitare ai cittadini rincari delle tariffe. Abbiamo ancora molte carte da giocare». A partire dalla mozione approvata dall’Ue che riconosce ai Comuni virtuosi il diritto di continuare a gestire in proprio il servizio. «Capisco l’affidamento al gestore delle reti di paesi che hanno impianti obsoleti - osserva Risatti -, ma per noi cedere l’acquedotto è un salto nel buio. Noi, microscopico paese al confine Trentino che vive esclusivamente di turismo, quanto dobbiamo aspettare per le emergenze? Non siamo a Gavardo dove in un attimo possono arrivare i tecnici per le riparazioni». Il sindaco rivela di aver teso la mano ad Acque Bresciane. «La nostra idea era e rimane quella di gestire l’acquedotto in house, girando poi ad Acque Bresciane i ricavi in eccedenza che per inciso non sono pochi, considerati i risparmi che abbiamo a livello manutenzioni e approvvigionamento facendo tutto da soli. Dal gestore non abbiamo ricevuto risposta». E adesso? «Restiamo in trincea - afferma Risatti -. Per riprendersi l’acqua devono arrivare con i carri armati. Sto organizzando una manifestazione a livello nazionale sotto la sede di Acque Bresciane». •

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