«Assurdo contestare norme salva-Brescia»

«Sono amareggiata, delusa, sorpresa». L’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Maria Terzi è rimasta spiazzata dal ricorso al Tar promosso dall’Associazione Industriale Bresciana contro le delibere della Regione Lombardia che hanno istituito il fattore di pressione, indice che determina la concentrazione massima di rifiuti sul territorio, oltre la quale nessun nuovo impianto di smaltimento può essere autorizzato. «Non me lo sarei mai aspettata - ammette l’esponente della Giunta del Pirellone -, soprattutto perchè arriva da chi vive in una provincia che ha già dato tanto e troppo sul piano ambientale. E pensare che il fattore di pressione è nato proprio per sanare le ferite del territorio, quasi “cucito“ su misura proprio per la provincia di Brescia, la più martoriata in materia di discariche, rifiuti e inquinamento». L’assessore Terzi replica all’Aib con tutta la forza di una sentenza del Consiglio di Stato che «ha ritenuto di confermare il principio di precauzione, dando il potere alle regioni di introdurre limiti più restrittivi rispetto al parametro minimo assicurato dalla legge statale, per la tutela della salute e dell’ambiente. Il fattore di pressione non significa esclusione totale, ma stabilisce dei criteri. In sostanza - continua l’assessore Claudia Terzi - non si guarda al singolo impianto, ma al contesto generale. É del tutto evidente che tanti piccoli o grandi impianti messi uno accanto all’altro ne fanno una situazione insostenibile per il territorio: questo è il ragionamento di fondo fatto dalla Regione». «GLI INDUSTRIALI bresciani ritengono che il fattore di pressione non salvaguarda la salute e l’ambiente? Strano, perché proprio loro dovrebbero conoscere bene le ricadute di una cattiva gestione del territorio a medio e lungo termine. Ed è ancor più strano che a fronte delle ormai numerosissime aziende che guardano all’ambiente e all’ecosostenibilità, un’associazione si faccia portavoce di interessi privati». Per Claudia Terzi il passo dell’Aib e «anacronistico e riporta il rapporto tra mondo industriale e ambiente a mezzo secolo fa». L’INCONTRO DELLA settimana scorsa in Regione non ha dato gli effetti sperati. «Con Aib abbiamo parlato del fattore di pressione e delle criticità, in particolare, del settore delle acciaierie - svela l’assessore Claudia Terzi -. La Regione sta lavorando in questo senso, a livello nazionale, per semplificare la normativa e poter riutilizzare le scorie di acciaieria, che già vengono recuperate in buona parte come sottoprodotto. Impianti per il trattamento di questo tipo di rifiuti si possono fare, ma sono difficili da realizzare». Quel che è certo, aggiunge Claudia Maria Terzi, è che «sul fattore di pressione non intendiamo fare un passo indietro: da vent’anni abbiamo intrapreso la strada della discarica zero, e da qui non ci muoviamo. Le discariche non sono il modo migliore di smaltire i rifiuti. Quando Aib ha capito che su questo punto non ci sarebbero mai stati compromessi, ha deciso di fare ricorso al tribunale amministrativo». Gli industriali bresciani hanno messo in dubbio anche i calcoli effettuati dalla Regione Lombardia per determinare la soglia limite. Calcoli che vengono definiti «di facciata». «La delibera sul fattore di pressione - sottolinea l’assessore regionale - avrebbe dovuto entrare in vigore già lo scorso anno, ma le province ci hanno messo parecchio tempo per trasmettere tutti i dati, che poi sono stati scrupolosamente elaborati dai nostri tecnici e hanno originato un elemento tecnico sostenibile. Insomma, non abbiamo “dato i numeri”, ma sono stati proprio i numeri a stabilire il giusto equilibrio e le necessità. Parte dei rifiuti in discarica arrivano da fuori, e non possiamo fermarli. Allargare la maglia cautelativa significa far posto a rifiuti che non sono nostri». INSOMMA, per Claudia Maria Terzi il fattore di pressione non si tocca. «É un principio indiscutibile. Mi sento di chiedere agli industriali di fare un passo avanti: il mondo sta cambiando, i tempi sono diversi, la strada che abbiamo intrapreso noi è quella giusta». Il fattore di pressione avrà la meglio? Resisterà al fuoco incrociato dei ricorsi? «Il Tar potrebbe dire, come ha già fatto una volta, che la Regione non ha competenza, o meglio, che non può prevaricare la legge statale. Ma il Consiglio di Stato ha successivamente legittimato il fattore di pressione sperimentale. A questo punto, o viene dimostrato che i calcoli sono insostenibili, oppure non riesco a capire come i giudici del Tar possano disattendere la decisione del massimo grado di giudizio della giustizia amministrativa». • C.REB.

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