di Greta Maffei
Amalia Laffranchi nel suo negozio storico di Botticino
Amalia Laffranchi nel suo negozio storico di Botticino
Amalia Laffranchi nel suo negozio storico di Botticino
Amalia Laffranchi nel suo negozio storico di Botticino

Nell’era degli ipermercati e dei mega centri commerciali, non è da tutti portare avanti la classica bottega di paese. Ma ci sono sempre le eccezioni: il negozio di alimentari «Laffranchi Amalia» di Botticino Sera proprio in questi giorni è stato riconosciuto dalla Regione Lombardia come «storico».

Il negozio alla Camera di commercio di Brescia risale al 1933, con l’avvio dell’attività da parte di Angelo Colosio, ma sembra che prima ancora il locale fosse un’osteria, della quale però non sono state trovate le registrazioni ufficiali. Negli anni si sono susseguite altre gestioni, fino ad arrivare, nel 1969, al marito di Amalia e poi a lei. «Dopo tanti anni è una soddisfazione - racconta la titolare – anche se non è facile portare avanti un’attività oggi. Io riesco perché non ho l’affitto da pagare, altrimenti non ce la farei. In questa via negli ultimi anni hanno chiuso tre negozi». Amalia, in particolare, segnala la difficoltà di lavorare in una strada trafficata che da qualche anno è a doppio senso alternato: «Entrare e uscire dal negozio è pericoloso e i limiti di velocità spesso non vengono rispettati». E conclude: «Non chiedo soldi, vorrei solo essere ascoltata e avere un sostegno da parte del Comune».

Per quanto riguarda la «concorrenza» con supermercati e ipermercati, la signora Laffranchi, che ormai ha il suo giro di clientela, sottolinea l’importanza dei piccoli negozi: «Le persone anziane che non si possono spostare come fanno? Anche perché spesso non hanno bisogno solo di generi alimentari, ma anche di due parole e di compagnia».

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