Bitumificio nella cava, arriva lo stop del Tar

L’assemblea pubblica di giovedì sera indetta sul progetto del bitumificio nella cava Betulla
L’assemblea pubblica di giovedì sera indetta sul progetto del bitumificio nella cava Betulla
L’assemblea pubblica di giovedì sera indetta sul progetto del bitumificio nella cava Betulla
L’assemblea pubblica di giovedì sera indetta sul progetto del bitumificio nella cava Betulla

Valerio Morabito «La realizzazione del bitumificio comporterebbe ripercussioni negative sull'ambiente»: sono le parole contenute nell'ordinanza emessa dal Tar Brescia in merito alla possibile apertura di un bitumificio dentro cava Betulla a Montirone. IL TRIBUNALE amministrativo ha respinto il ricorso presentato dalla Inertis srl, legata al gruppo Faustini, che aveva chiesto l'annullamento dell'atto dirigenziale della Provincia nel quale si sottolineava come «l'Autorizzazione unica ambientale relativa all'attività produttiva svolta nella Cascina Betulla dalla ditta Inertis srl era limitata all'escavazione, trasporto, carico e scarico di materiali inerti». Insomma, nessuna autorizzazione all’apertura di un bitumificio dentro l'impianto estrattivo. A questo punto per la ditta Inertis srl la strada che porta all’avvio del bitumificio a Montirone si fa in salita. Esultano invece gli ambientalisti che proprio giovedì sera avevano organizzato un’assemblea pubblica sul tema. Tra le motivazioni principali che hanno spinto la sezione staccata di Brescia a respingere il ricorso, c'è il nodo legato alla valutazione di impatto ambientale. La Via, presentata in passato dalla ditta in vista dell'apertura della cava, riguardava solo l'attività di escavazione. Quindi, come ha messo in luce l'avvocato Pietro Garbarino, nel corso dell’assemblea «l'autorizzazione era stata rilasciata esclusivamente per le attività di cava e quelle strettamente connesse. Non per la creazione di un bitumificio». Dunque «l'eventuale realizzazione dell'impianto renderebbe la Via parziale e incompleta» perché non terrebbe conto del bitumificio. Sta di fatto che «l'ordinanza emessa dal Tar - ha aggiunto l'avvocato Garbarino - ha stroncato le tesi di Inertis». Inoltre la decisione del Tar di Brescia ha rilevato che «la realizzazione dell’impianto di produzione di materiali bituminosi determinerebbe l’introduzione di nuovi punti di emissione e produzione di inquinanti rappresentati da emissioni odorigene, composti volatili e semivolatili, stoccaggi e attività che prevedono l’utilizzazione di sostanze, preparati e materiali contenenti idrocarburi e l’incremento del traffico». A questo punto è ipotizzavile che la Inertis srl inoltrerà una richiesta di esclusione Via alla Provincia. Nel caso di risposta negativa, la Inertis srl sarebbe costretta a presentare una Valutazione di impatto ambientale riguardante anche il bitumificio. Infine l'avvocato Pietro Garbarino ha posto l'accento sul rischio, per Montirone, di un insediamento permanente sul proprio territorio. «L'attività di cava è per definizione transitoria - ha affermato Garbarino -. Se il bitumificio, ovvero un impianto industriale dovesse insediarsi dentro la cava diventerebbe complicato farlo rimuovere, perché in questo modo si andrebbe a compiere una modifica urbanistica definitiva e non più transitoria». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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