Centrale turbogas Gozzi all’attacco «Non inquina»

di Marta Giansanti
Il rendering della centrale per la produzione di energia elettrica progettata nell’ex StefanaAntonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico DufercoL’interno dello stabilimento siderurgico del gruppo Duferco nell’ex insediamento della Stefana spa in via Bologna a Nave
Il rendering della centrale per la produzione di energia elettrica progettata nell’ex StefanaAntonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico DufercoL’interno dello stabilimento siderurgico del gruppo Duferco nell’ex insediamento della Stefana spa in via Bologna a Nave
Il rendering della centrale per la produzione di energia elettrica progettata nell’ex StefanaAntonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico DufercoL’interno dello stabilimento siderurgico del gruppo Duferco nell’ex insediamento della Stefana spa in via Bologna a Nave
Il rendering della centrale per la produzione di energia elettrica progettata nell’ex StefanaAntonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico DufercoL’interno dello stabilimento siderurgico del gruppo Duferco nell’ex insediamento della Stefana spa in via Bologna a Nave

Duferco al contrattacco: «Ora vogliamo fare chiarezza su quanto è stato detto in queste ultime settimane». Antonio Gozzi, presidente del gruppo siderurgico Duferco, nel primo incontro ufficiale con la stampa mette nero su bianco le inesattezze che, secondo lui, sono state espresse riguardo al progetto di realizzare nell’ex Stefana di Nave un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato a gas naturale e per cui si spenderanno 60 milioni di euro. Dichiarazioni, protesta Gozzi, che avrebbero «generato psicosi infondate tra i cittadini». PAURE DOVUTE ai possibili effetti inquinanti che l'impianto avrebbe sull'ambiente, in una zona dalla conformazione morfologica «a conca» e che, quindi, favorirebbe il ristagno di polveri ed emissioni. Ma per Gozzi sono solo «fake news». «L'impianto produrrà energia elettrica attraverso il gas naturale che, tra tutte le altre fonti convenzionali, è quella a più basso impatto ambientale, ma soprattutto non sarà una macchina commerciale. Il peaker non sarà a disposizione del privato che lo realizza, in questo caso noi, ma di un ente pubblico: la Terna», spiega il numero uno di Duferco. Il progetto, infatti, prevede l'installazione di due turbine a gas aeroderivative (potenza totale di 130 MWe) operanti in ciclo aperto e progettate per entrare in funzione in meno di 3 minuti. Un tempo di attivazione velocissimo: il pulsante verrà schiacciato solo su indicazione di Terna in caso di emergenze della rete, «sottoposta a sensibili variazioni di domanda nei diversi periodi dell’anno e all’imprevedibilità delle fonti rinnovabili». Il funzionamento non supererà le 800 ore l'anno, pari ad un’emissione di 12,2 tonnellate annue di anidride carbonica, ammoniaca e ossidi di azoto, rappresentando «solamente il 3,5 per cento di quelle già autorizzate per la produzione dello stabilimento siderurgico e il sito emetterà 130 tonnellate in meno l'anno di ossidi di azoto rispetto a quanto già autorizzato», ribadisce Gozzi. «Per garantire produzione di ossigeno abbiamo acquistato la montagna alle nostre spalle verso cui, secondo lo studio dei venti, si sposteranno le emissioni», specifica. I due camini avranno un'altezza di 25 metri, «dall'impatto visivo minimo perché di poco superiori ai capannoni già esistenti» e non si avrà consumo di nuovo suolo. Da qui la scelta del sito: «Lo stabilimento è già dotato delle strutture base idonee: metanodotto, rete alta tensione, rete idrica autonoma». In ogni caso iter progettuale e autorizzativo termineranno entro metà 2020, «solo allora sarà effettuata un’attenta e accurata valutazione dell’opportunità o meno di concretizzare l’investimento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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