Chiuso il roccolo ad alta fedeltà

Il mega impianto stereo utilizzato per attirare in trappola gli uccelli

Mescolava la passione per la detenzione di avifauna viva a quella gastronomica il cacciatore-bracconiere finito nei guai nella giornata di sabato nell'hinterland.

Il teatro dell'ennesima operazione contro l'illegalità venatoria nel Bresciano condotta dai carabinieri forestali del Soarda l'hanno offerto San Zeno Naviglio e la proprietà di un artigiano trasformata in un grande impianto per l'uccellagione.

Quando gli agenti impegnati nell'edizione 2017 dell’«O- perazione pettirosso» sono arrivati a destinazione hanno scoperto una sorta di mortale discoteca all'aperto per volatili: un vero impianto stereo e alcuni richiami elettroacustico servivano ad attirare gli uccelli in un sistema formato da ben cento metri di reti.

Un sistema che funzionava benissimo, dato che il cacciatore, il quale aveva anche realizzato un appostamento fisso abusivo, sempre all'interno del giardino, per sparare ai piccoli uccelli di passo, nascondeva in gabbie e voliere quasi 200 esemplari appartenenti a specie protette e non: nell'elenco frosoni, fringuelli, lucherini e pure tordi e merli.

Tutti gli animali erano di recentissima cattura e privi di anello identificativo; di origine illegale, insomma. Come i 100 volatili morti scoperti nel congelatore di casa, catturati con i tramagli ma anche abbattuti dal capanno casalingo illegale con un fucile che naturalmente è stato sequestrato dai carabinieri forestali del Soarda.

L'OPERAZIONE antibracconaggio a due passi dalla città si è conclusa con la liberazione degli uccelli vivi e con la compilazione di una denuncia per una corposa serie di reati venatori a carico del sanzenese. P.BAL.

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