Dodici famiglie
senza casa
dopo il rogo

Lo scheletro della copertura il giorno dopo il devastante rogo che ha ridotto in cenere il tettoL’incendio della scorsa notteIl tetto avvolto dalle fiammeLaterizi e legno a terra:  sono dodici le famiglie rimaste senza casa
Lo scheletro della copertura il giorno dopo il devastante rogo che ha ridotto in cenere il tettoL’incendio della scorsa notteIl tetto avvolto dalle fiammeLaterizi e legno a terra: sono dodici le famiglie rimaste senza casa
Lo scheletro della copertura il giorno dopo il devastante rogo che ha ridotto in cenere il tettoL’incendio della scorsa notteIl tetto avvolto dalle fiammeLaterizi e legno a terra:  sono dodici le famiglie rimaste senza casa
Lo scheletro della copertura il giorno dopo il devastante rogo che ha ridotto in cenere il tettoL’incendio della scorsa notteIl tetto avvolto dalle fiammeLaterizi e legno a terra: sono dodici le famiglie rimaste senza casa

Marco Benasseni Spente le fiamme, passata la grande paura, restano i detriti da rimuovere, la puzza di legna e di plastica bruciata e dodici famiglie senza casa. Trentasette in tutto le persone evacuate in via Verdi, teatro la notte scorsa del terribile incendio che si è mangiato il tetto di una palazzina che si affaccia sulla strada del Caffaro. Giusto al confine tra i comuni di Bovezzo e di Brescia, di fronte al distributore del Conicchio. «Ho notato del fumo che saliva dal tetto - racconta il gestore della pompa di benzina - poi in una manciata di secondi si sono levate le fiamme». Per domare il rogo sono dovute intervenire cinque squadre dei vigili del fuoco di Brescia, Chiari e Gardone. Nessun ferito grave (solo una donna leggermente intossicata), ma il giorno dopo il disastro è sotto gli occhi di tutti. Colpa di una canna fumaria, pare, mentre la priorità ora diventa il ripristino. La palazzina è stata infatti dichiara inagibile e ieri mattina gli inquilini, accompagnati dai vigili del fuoco, hanno potuto recuperare alcuni effetti personali prima di cercare ospitalità da amici o parenti. «Ci siamo occupati di 5 delle 37 persone evacuate, quelle residenti a Bovezzo: 3 hanno trovato alloggio autonomamente, 2 sono state sistemate in un albergo - spiega l’assessore ai Servizi Sociali Sara Ghidoni - Gli altri inquilini, residenti nella porzione di casa di competenza del Comune di Brescia, alloggiano da parenti e amici. Per ora la situazione è sotto controllo e tutti hanno trovato un posto dove stare». Nel cortile interno, a terra, i segni evidenti della notte di fuoco: pezzi di legno bruciati, detriti, calcinacci, oggetti di plastica contorti e alcuni inquilini con il naso all’insù, increduli e arrabbiati. «L’IMMOBILE ora non è agibile - precisa il sindaco di Bovezzo Antonio Bazzani - Abbiamo trasmesso l’ordinanza a tutti i proprietari e all’amministratore perché si provveda quanto prima al ripristino». Sempre ieri il nucleo Polizia giudiziaria dei vigili del fuoco è intervento per tentare di capire l’origine dell’incendio, ma a quanto pare non è ancora stata depositata una relazione ufficiale. Pare però che le fiamme siamo partite da una canna fumaria dell’ultimo piano. «La palazzina è storica ma è stata ristrutturata poco più di 12 anni fa - aggiunge Bazzani - Il tetto ventilato in legno ha permesso alle fiamme di divampare velocemente, ora servirà capire gli eventuali danni strutturali riportati in seguito alle operazioni di spegnimento». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Suggerimenti