Esche avvelenate
nel giardino di casa:
paura per una bimba

Le esche con   lumachicida
Le esche con lumachicida
Le esche con   lumachicida
Le esche con lumachicida

Voleva avvelenare un cane, ma ha messo a repentaglio la vita di una bambina. L’episodio avvenuto a Castenedolo è l’emblema del livello di pericolosità sociale delle persone che spargono esche letali. Nella zona del centro sportivo, già teatro nelle scorse settimane del ritrovamento di crocchette intrise di lumachicida, qualcuno ha gettato delle polpette al veleno nel giardino della villetta di una famiglia. L’azione era premeditata: uccidere il cucciolo di proprietà degli inquilini. Il sospetto è che qualche residente, disturbato dall’abbaiare del cane di piccola taglia, abbia voluto vendicarsi in modo spregevole.

IL RISVOLTO inquietante della vicenda è che la famiglia ha una bimba di otto mesi che, approfittando delle belle giornate, si appresta a fare le prime gattonate in giardino. Il rischio che la piccola toccasse le esche avvelenate portandosi la mano alla bocca è stato reale. Comprensibile la paura e l’indignazione dei genitori, che hanno sporto denuncia ai carabinieri nella speranza che si possa individuare il responsabile. Purtroppo quella dei bocconi avvelenati è una piaga dilagante in provincia: gli ultimi episodi in ordine di tempo si sono verificati a Gavardo e a Moniga.

Di fronte al dilagare dei casi di cani e gatti uccisi dalle esche, si sta rafforzando fra le associazioni animaliste e tra i cinofili la richiesta di applicare una restrizione sulla vendita di topicidi, lumachicidi, diserbanti e altre sostanze che, se usate in modo scorretto, possono diventare letali per animali e umani. La soluzione potrebbe passare anche dall’obbligo di pagare questi veleni con la carta di credito, così da rendere rintracciabile l’acquirente.

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