Firmato un protocollo d’intesa
per fare muro contro l’illegalità

La firma del protocollo negli uffici della Procura FOTOLIVE
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Un protocollo d’intesa in materia di illecito collocamento e intermediazione di manodopera per rafforzare l’azione degli organi accertatori a contrasto delle gravi distorsioni del mercato del lavoro e, in generale, del regime della libera concorrenza tra le imprese. È stato firmato ieri da Tommaso Buonanno, procuratore capo di Brescia; dal colonnello Giuseppe Arbore, comandante provinciale della Guardia di Finanza; da Domenico Arena, direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate, e da Alessandro Casile, direttore provinciale dell’Inps.

L’ACCORDO - è stato spiegato - si fonda sulla necessità di combattere discriminazioni nei confronti di masse di lavoratori, stranieri e non, costretti, anche a causa della persistente congiuntura economica negativa, ad accettare condizioni di lavoro illegali.

La necessità di una vigilanza rafforzata emerge chiaramente da alcuni dati che sono significativi della portata del fenomeno.

NEL CORSO DEL 2015 sono stati individuati 489 lavoratori in nero e 558 irregolari e sono stati disconosciuti 1.555 rapporti di lavoro (+ 77% sul dato del 2014).

I falsi rapporti di lavoro sono spesso da ricondursi a false assunzioni per il rinnovo o il rilascio di permessi di soggiorno o per l’ottenimento di prestazioni a sostegno del reddito. Parecchi i meccanismi considerati per arrivare all’illegalità nel campo del lavoro, a partire «dall’uso strumentale di enti cooperativi in capo ai quali si possono concentrare una serie di manifestazioni patologiche».

C’è poi, tra l’altro, l’utilizzo in compensazione di crediti non spettanti o inesistenti. Ma viene evidenziata anche la costituzione di consorzi privi di maestranze, che acquisiscono commesse offrendo condizioni particolarmente vantaggiose per i committenti. E ancora: la costituzione di cooperative «spurie», caratterizzate dalla totale assenza di scopo mutualistico. Peraltro le realtà economiche che si avvalgono dei consorzi in questione sono incuranti delle condizioni capestro imposte a tutta la filiera dei servizi sottostanti.

IL PROTOCOLLO rappresenta il traguardo di un percorso già condiviso negli ultimi anni e dimostratosi utile in differenti contesti. Ha consentito innanzitutto di accertare e di individuare i singoli profili di responsabilità e i vincoli associativi tra i vari soggetti coinvolti, ma anche d’assicurare l’efficacia dell’azione attraverso un immediato scambio informativo su specifiche istruttorie al fine di conferire concretezza all’azione amministrativa e penale e di valorizzare la sperimentazione di «modelli» di indagine, complessi e coordinati, con il coinvolgimento dei diversi attori istituzionali.M.P.

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