I boss russi «ripuliscono» denaro sporco sul Garda Spunta la cupola balcanica

di C.REB.
Le  mafie straniere crescono
Le mafie straniere crescono
Le  mafie straniere crescono
Le mafie straniere crescono

La cupola balcanica gestisce il narcotraffico, la mafia russa ricicla denaro sporco nelle attività turistiche del Garda, le «confraternite» nigeriane hanno diversificato il business criminale tra sfruttamento della prostituzione e reati tecnologici, mentre i gruppi moldavi monopolizzano la scena delle rapine e delle estorsioni nel sottobosco dell’immigrazione. BRESCIA È ANCHE una terra di conquista delle organizzazioni criminali straniere. Il volto oscuro del melting pot emerge dalla ricerca Cross che sottolinea come attività illecite trasversali si stiano gradualmente coagulando attorno a gruppi di stranieri. Se l’interesse della criminalità balcanica è soprattutto rivolto alla droga con cellule che fanno da raccordo con il narcotraffico che gravita attorno agli aeroporti di Milano, Bergamo e Verona, quella russa agisce invece nel settore finanziario. La Direzione distrettuale antimafia già a partire dal 2010 ha segnalato operazioni sospette di riciclaggio, inerenti a investimenti immobiliari riconducibili a facoltosi cittadini russi, che acquistavano immobili e complessi aziendali attraverso capitali provenienti da società off shore. Nel 2012 - si legge nel rapporto Cross -, una direttiva specifica ha confermato le infiltrazioni della mafia russa nella filiera dei locali della movida e a Sirmione, in particolare tra i locali notturni. Nel 2014 l’operazione «Karakatitza» ha aperto una breccia nel mondo criminale sommerso moldavo: 35 persone - soprattutto autotrasportatori sono stati arrestati per estorsione, rapine, tentati omicidi, tratta di esseri umani e traffico di droga. Sfatando il mito della Yakuza in stile italiano, la criminalità cinese a Brescia non è riconducibile ad un’unica organizzazione criminale ma a diversi gruppi autonomi. Si sta registrando un’escalation del fenomeno delle gang giovanili e dello sfruttamento della prostituzione. TRA I METODI di intimidazione utilizzati dalle bande cinesi gli incendi ad auto e negozi: 16 gli attentati incendiari innescati da faide tra malavitosi con gli occhi a mandorla. Tra questi, una ditta di Desenzano data alle fiamme nel 2016. Dai Vichinghi ai Black Axe nel Bresciano si sta radicando la mafia nigeriana. Nel 2007, l’operazione «Eiye» riuscì a scalfire la «cupola» di Lagos. Ci fu poi la maxi inchiesta «Eiye 2»: undici nigeriani tra Borgosatollo, Ospitaletto, Torbole, Castegnato, Paderno e Azzano, indagati perché gestivano il racket (prostituzione, droga e armi), e per altri reati come la clonazione delle carte di credito, furti e falsificazione di documenti. A questo proposito, nel 2009 a Concesio venne scoperta una stamperia illegale che produceva documenti falsi per cittadini nigeriani, compresi i permessi di soggiorno, venduti fino a 3 mila euro.

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