«L’impianto rifiuti
è incompatibile
con il territorio»

di Valerio Morabito
L’associazione Le mamme di Castenedolo gioca l’ultima carta per tentare di bloccare l’impianto di trattamento rifiuti
L’associazione Le mamme di Castenedolo gioca l’ultima carta per tentare di bloccare l’impianto di trattamento rifiuti
L’associazione Le mamme di Castenedolo gioca l’ultima carta per tentare di bloccare l’impianto di trattamento rifiuti
L’associazione Le mamme di Castenedolo gioca l’ultima carta per tentare di bloccare l’impianto di trattamento rifiuti

Viene tecnicamente definito piano del Sistema Pedemontano ed è l’ultima - in tutti sensi -, carta che l’articolato fronte di oppositori intende giocarsi per fermare l’impianto di trattamento rifiuti Edil 4 in progetto a Castenedolo. Il documento di programmazione comprensoriale è stato rispolverato e sventolato dal gruppo «Le mamme di Castenedolo» da sempre preoccupate e contrarie del presunto effetto cumulativo di criticità che la struttura proposta dal gruppo Bernadelli avrà su un territorio già sotto stress dal punto di vista ambientale. «Siamo di fronte a un paradosso - si legge nel dossier redatto dall’associazione che sarà presto recapitato a Regione, Provincia e autorità sanitarie -: la concessione all’impianto di trattamento rifiuti è in evidente conflitto con i contenuti del Sistema pedemontano St3 in cui rientra il Comune di Castenedolo».

LA «CARTA» di programmazione impone agli enti locali di «tutelare i caratteri naturali diffusi attraverso la creazioni di un sistema di aree verdi tra loro collegate, definita la rete ecologica - scrivono Le mamme di Castenedolo -: il piano impegna gli enti locali a vigilare e difendere la sicurezza e la salute dei cittadini attraverso la riduzione dell’inquinamento ambientale e la preservazione delle risorse».

Il Sistema Pedemontano detta anche le regole della progettazione integrata tra le infrastrutture e paesaggio. «A tutti gli organismi coinvolti negli iter autorizzativi di opere ad alto impatto - si legge nel dossier -, viene chiesto di tutelare e valorizzare il paesaggio caratteristico attraverso la promozione della fruibilità turistico-ricettiva e il mantenimento dell’attività agricola.

Ma anche di recuperare aree e manufatti edilizi degradati in una logica che richiami le caratteristiche del territorio pedemontano». Altri capitoli del documenti riguardano l’«incentivazione dell’agricoltura e del settore turistico-ricreativo per garantire la qualità dell’ambiente e del paesaggio caratteristico».

DI FRONTE A UNA programmazione così articolata ed a obiettivi ambientali molto ambiziosi, «siamo curiose - affermano Le mamme di Castenedolo -, di sapere come i nostri amministratori riusciranno a perseguire tali obiettivi accettando con disinvoltura sul nostro territorio un nuovo impianto di trattamento rifiuti che consumerà ben 42 mila metri quadrati di area agricola e vedrà il transito giornaliero massimo di 376 mezzi pesanti, per non parlare delle polveri sollevate dall'impianto di macinatura e molte altre criticità ambientali».

Nonostante l’iter autorizzativo sia ormai praticamente ultimato, il fronte ambientalista resta sulle barricate e annucia un’ennesima mobilitazione per convincere le autorità territoriale a bloccare l’operazione.

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