Le Muse, corsa contro il tempo

Piergiorgio Cinelli al concerto
Piergiorgio Cinelli al concerto
Piergiorgio Cinelli al concerto
Piergiorgio Cinelli al concerto

L’associazione Le Muse di Rezzato ha ingaggiato una corsa contro il tempo per reperire i 35 mila euro necessari a portare l’elettricità al rifugio che ospita una quarantina di cani anziani o particolarmente sfortunati. «Una cifra improponibile per una piccola realtà come la nostra che pur radicata sul territorio è gestita da volontari - spiega la presidente Silvia Campora -. E si tratta solo del primo step: poi bisognerà trovare il denaro per allacciare l’impianto al rifugio». Alternative non ce ne sono. «La normativa regionale parla chiaro - sottolinea Silvia -: entro il 2020 le strutture come la nostra devono essere dotate di acqua ed elettricità. E tenendo conto che i lavori dureranno circa 9 mesi, e che alla presentazione del progetto dobbiamo versare la cifra intera, il tempo a disposizione è davvero poco». Sulla normativa non si discute, «ma la Regione avrebbe dovuto agevolare il volontariato - sottolinea Silvia Campora -, altrimenti come possiamo far fronte a una spesa simile?». La mobilitazione è scattata qualche sera fa al teatro Centro Lucia di Botticino, dove è andato in scena uno spettacolo che ha coinvolto artisti «amici degli animali» guidati da Piergiorgio Cinelli. «L’evento è stato un successo e, al netto delle spese, abbiamo raccolto circa 3.500 euro, praticamente il 10% di quello che ci servirebbe - spiega Sabrina, una delle volontarie del rifugio di Rezzato da 8 anni gestito da una quindicina di persone che garantiscono il servizio 7 giorni su 7 -. Ma in realtà non possiamo metterli tutti in un salvadanaio destinato esclusivamente all’allacciamento elettrico, perché le spese per curare gli animali sono tante. Molti cani sono anziani, con problematiche particolari, difficili da dare in adozione. Spesso ci autotassiamo per poter garantire loro un pasto caldo». Nel corso della partecipata serata a Botticino «abbiamo chiesto a tutti di aiutarci - conclude Silvia Campora -. È stato il primo passo di una lunga raccolta. Ma non ci sono alternative, peggio sarebbe trovare un’altra sede e ricominciare tutto da capo. Noi speriamo di raggiungere il nostro obiettivo. Altrimenti a rimetterci saranno, soprattutto, gli animali». •

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