«Portamb, l’ultima parola spetta al Broletto»

di Cinzia Reboni
Uno dei presidi di protesta contro l’impianto di trattamento rifiuti
Uno dei presidi di protesta contro l’impianto di trattamento rifiuti
Uno dei presidi di protesta contro l’impianto di trattamento rifiuti
Uno dei presidi di protesta contro l’impianto di trattamento rifiuti

«Sul progetto Portamb la partita non è ancora chiusa. Quella della Regione è una prima valutazione, l’ultima parola spetterà alla Provincia di Brescia».

Nel pieno della bufera scatenata dal via libera del Pirellone al progetto di Mazzano, l’assessore regionale all’Am- biente Claudia Terzi sottolinea il peso relativo nell’economia dell’iter autorizzativo del parere positivo sulla compatibilità ambientale del progetto di trasferimento dello stabilimento di smaltimento e recupero rifiuti da via San Rocco all’area dell’ex discarica Florio di Mazzano.

«NON È POSSIBILE bloccare tutto a priori - afferma Claudia Terzi -: le procedure e i provvedimenti finali da parte degli organi tecnici si concretizzano attraverso il rispetto delle norme e si basano su fondate motivazioni». Resta aperto uno spiraglio, perché ora la patata bollente passa al Broletto.

«Dopo la Valutazione di impatto ambientale favorevole - spiega l’assessore - la Provincia inizierà l’iter per l’Aia, Autorizzazione integrata ambientale. L’impianto, così come concepito a seguito delle prescrizioni regionali, si sposterà più lontano dal centro abitato, in un ambito a minore densità abitativa, con una conseguente riduzione delle ricadute delle emissioni atmosferiche. Inoltre, rispetto al progetto originario, non si consuma un metro quadro di suolo agricolo, al netto di minimi adeguamenti viabilistici, poiché si utilizzerà una cava dismessa».

L’iter di Portamb prosegue ormai da diversi anni e «la Regione si è impegnata affinché questo progetto venisse ridimensionato, non avendo elementi tecnici per bloccarlo», sottolinea Claudia Terzi.

Il progetto iniziale prevedeva una potenzialità massima di trattamento rifiuti (anche pericolosi) pari a 600 mila tonnellate l’anno, ridotta ora a 400 mila, oltre ad una volumetria massima di stoccaggio di 86.007 metri cubi, scesa a 49.600. Il volume di materiali scavati per realizzare la struttura sono stati portati a 70 mila metri cubi contro i 683 mila iniziali, e verranno integralmente riutilizzati nel sito.

«ALLA FINE - precisa Claudia Terzi - si avrà una struttura decisamente più contenuta e fortemente ridimensionata nei numeri. Inoltre, le ulteriori osservazioni pervenute in seguito alle modifiche progettuali hanno contribuito alla definizione di specifici interventi mitigativi e compensativi che dovranno essere tenuti in debita considerazione ai fini del rilascio dell’autorizzazione vera e propria, che dovrà essere subordinata alla cessazione delle attività nell’impianto esistente».

Sullo sfondo resta il parere favorevole espresso da Ats che Arpa. «Saranno loro a garantire il monitoraggio ambientale e la tutela della salute», spiega l’assessore. Un progetto, quello di Portamb, che ha superato anche l’ostacolo del fattore di pressione: «non è stato possibile applicarlo - conclude Claudia Terzi -, dal momento che si tratta di un impianto di trattamento rifiuti, e non di una discarica».

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