Profughi in Valtrompia, una petizione per il no

di Marco Benasseni
Stefano Borghesi, Iliana Ronchi e Manolo Rossini al presidio leghista
Stefano Borghesi, Iliana Ronchi e Manolo Rossini al presidio leghista
Stefano Borghesi, Iliana Ronchi e Manolo Rossini al presidio leghista
Stefano Borghesi, Iliana Ronchi e Manolo Rossini al presidio leghista

È cominciata ieri la raccolta di firme promossa dalla Lega Nord per esprimere un «secco no» alla proposta della prefettura di accogliere altri 326 profughi attraverso un accordo Sprar che coinvolgerebbe tutti i Comuni della Valtrompia.

Al Crocevia di Sarezzo, nel giro di poche ore, la petizione è stata sottoscritta già da 300 persone. L’adesione è stata elevata anche negli altri punti di raccolta allestiti in paese. «Abbiamo promosso la mobilitazione tramite il Comitato contro l’accoglienza appoggiato dalla Lega Nord - spiega Ilenia Ronchi, segretario del Carroccio della Valtrompia -: chiediamo al Prefetto di Brescia, Valerio Valenti, e al presidente della Comunità Montana di Valtrompia, Massimo Ottelli, di esprimere un fermo dissenso nei confronti dell’accoglienza imposta dall’alto, una vera e propria contraddizioni di termini».

La raccolta di firme è partita da Sarezzo ma presto coinvolgerà anche altri Comuni del comprensorio. L’obiettivo del Carroccio è sensibilizzare l’opinione pubblica sui bisogni degli italiani «che vengono ormai subordinati a quelli dei profughi. Abbiamo già spiegato al prefetto - rimarca Manolo Rossini, sindaco di Bovegno e unico primo cittadino leghista della Valtrompia - perché vogliamo dare la precedenza ai nostri cittadini in difficoltà. Molti sindaci e amministratori si stanno nascondendo dietro la Comunità Montana, noi della Lega vogliamo metterci la faccia. Richiamo i colleghi sindaci alle proprie responsabilità. Bisogna avere il coraggio di esporsi per tutelare i cittadini in difficoltà». I leghisti sostengono che in Valle siano già arrivati «troppi profughi, molti dei quali non stanno scappando da nessuna guerra».

A Sarezzo è intervenuto anche il consigliere regionale Fabio Rolfi: «Ci troviamo difronte ad un’imposizione centralista dell’accoglienza - ha dichiarato - Le comunità locali hanno diritto di esternare il proprio no. Oggi profughi, domani residenti che potranno beneficiare del sostegno pagato dalla comunità con un effetto negativo sulle risorse da destinare agli italiani in difficoltà». Quello della sperequazione delle risorse sociali è un tema affrontato anche dall’onorevole Stefano Borghesi, originario di Sarezzo, che ha apertamente denunciato quella che ritiene «un’invasione perpetrata sulla pelle degli italiani che spendono 4 miliardi di euro per l’accoglienza». M.BEN.

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