Stop a nuove opere? Rischia la Valtrompia

di Cinzia Reboni
L’attraversamento sulla variante 45 bis di Bassano è  tra le infrastrutture sorvegliate speciali che potrebbe  beneficiare dello storno dei fondi dell’autostrada della Valtrompia
L’attraversamento sulla variante 45 bis di Bassano è tra le infrastrutture sorvegliate speciali che potrebbe beneficiare dello storno dei fondi dell’autostrada della Valtrompia
L’attraversamento sulla variante 45 bis di Bassano è  tra le infrastrutture sorvegliate speciali che potrebbe  beneficiare dello storno dei fondi dell’autostrada della Valtrompia
L’attraversamento sulla variante 45 bis di Bassano è tra le infrastrutture sorvegliate speciali che potrebbe beneficiare dello storno dei fondi dell’autostrada della Valtrompia

Cinzia Reboni Una legge speciale per convertire tutti gli appalti bloccati per nuove opere stradali e autostradali in lavori di riqualificazione e messa in sicurezza. Sulla spinta della sciagura di Genova, la proposta arriva dall’Onlit, l’Osservatorio nazionale liberalizzazioni infrastrutture e trasporti, ispirandosi ad un caso paradigmatico come quello di Brescia. «Il ristorno da nuove opere a lavori di ristrutturazione e manutenzione avrebbe lo stesso effetto sul Pil, ma sarebbe 1000 volte più importante per la collettività e le comunità locali», scrive in una nota Onlit, che sottoporrà la proposta al Governo e in particolare al ministro alle Infrastrutture Danilo Toninelli, che in tempi non sospetti, ovvero prima del crollo del ponte Morandi, aveva mostrato interesse sulla possibilità di una diversa destinazione delle risorse disponibili. «IL CASO DELL’AUTOSTRADA della Valtrompia è esemplare per comprendere i benefici della legge speciale che proponiamo - afferma Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio -: le risorse, 200 milioni, ancora non spese per il raccordo tra Concesio e Sarezzo, progetto tra l’altro vecchio di trent’anni, servirebbero per risolvere i problemi in decine di punti critici della viabilità bresciana: ponti, gallerie e l'eterno calvario della Gardesana e dei molti incroci pericolosi. Asfalti drenanti e nuova segnaletica verticale ed orizzontale renderebbero le strade più sicure ed all’altezza degli elevati traffici veicolari di persone e merci». L’Onlit ha già effettuato uno studio su come spendere i fondi dell’autostrada della Valtrompia nel miglioramento della rete stradale bresciana. «Si tratterebbe di mettere in sicurezza i 460 ponti e i 40 chilometri di gallerie che insistono sul territorio - rimarca Balotta -. Questa è la priorità, alla luce anche della cronica assenza di risorse della Provincia per la manutenzione». Oltre ai 5 viadotti osservati speciali lungo la viabilità provinciale, ci sono altre questioni urgenti, come le gallerie sulla 510 a Pisogne che negli ultimi mesi sono state teatro di infiltrazioni che hanno costretto i tecnici a chiusure temporanee della Ronco Graziolo. L’Onlit è tornato anche sul problema della sicurezza autostradale e dei livelli di manutenzione della rete da parte dei concessionari, drammaticamente riportato alla ribalta dal crollo sulla A10. «La strategia dei gestori è sempre la stessa: programmare nuove autostrade per vedersi rinnovate le concessioni senza gara - accusa Dario Balotta, presidente Onlit -. La rete sta invecchiando e andrebbe ristrutturata, ma si definiscono prioritarie nuove autostrade anzichè mantenere in efficienza quelle esistenti. Eppure i soldi non mancano ai concessionari, visti i profitti che fanno, non restituendo allo Stato parte delle rendite che sono loro garantite dai lauti pedaggi. Questo è il risultato dell’inadeguatezza del Ministero dei Trasporti e dell’Anas, che si sono lasciati accecare dalle sirene di nuove grandi opere e non svolgono adeguatamente la loro funzione di controllo sullo stato della rete». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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