Ultima fermata
per i vagoni carichi
di prigionieri

I PRELIMINARI. La delimitazione dell’area degli scavi delle fosse comuniI TEST. Le prime valutazioni sul terreno che nasconde le fosse comuniI REPERTI. Alcune piastrine identificative dei soldati venute alla luce
I PRELIMINARI. La delimitazione dell’area degli scavi delle fosse comuniI TEST. Le prime valutazioni sul terreno che nasconde le fosse comuniI REPERTI. Alcune piastrine identificative dei soldati venute alla luce
I PRELIMINARI. La delimitazione dell’area degli scavi delle fosse comuniI TEST. Le prime valutazioni sul terreno che nasconde le fosse comuniI REPERTI. Alcune piastrine identificative dei soldati venute alla luce
I PRELIMINARI. La delimitazione dell’area degli scavi delle fosse comuniI TEST. Le prime valutazioni sul terreno che nasconde le fosse comuniI REPERTI. Alcune piastrine identificative dei soldati venute alla luce

Il nome di Shikovo non è inedito nella documentazione sulla Seconda guerra mondiale. In quell’area erano dislocati campi di prigionia e ospedali. Il paese lungo la ferrovia transiberiana, era un centro importante di smistamento, da qui partivano treni con i rifornimenti per le truppe sovietiche al fronte, tornando probabilmente carichi di prigionieri. La fermata di Shikovo purtroppo serviva anche alla conta dei morti deceduti durante i trasferimenti. Le testimonianze degli abitanti della zona avevano già raccontato delle fosse scavate perpendicolari ai binari, ma nessuna ricerca era mai stata svolta. Di recente per l’interesse manifestato dalle associazioni storiche sono avvenuti i primi ritrovamenti di resti che hanno confermato l’esistenza delle fosse comuni. Anche se in ritardo, la macchina delle ricerche si è così messa in moto, grazie anche all’apporto di volontari internazionali.

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