Il ciclismo Belle
Epoque strega
il lago d’Iseo

di Giuseppe Zani
In corsa anche Diego Invernici Il gruppo di figuranti con i costumi confezionati da Anna Benedetti A destra l’ex professionista  Miguel Soro Garcia che oggi dipinge quadri ispirati ai miti del ciclismoLa partenza-traguardo de «La Lacustre» disputata ieri a MaroneAlessio Rinaldi e Gilberto Simoni
In corsa anche Diego Invernici Il gruppo di figuranti con i costumi confezionati da Anna Benedetti A destra l’ex professionista Miguel Soro Garcia che oggi dipinge quadri ispirati ai miti del ciclismoLa partenza-traguardo de «La Lacustre» disputata ieri a MaroneAlessio Rinaldi e Gilberto Simoni
La Lacustre in bici

È il paesaggio la maggior attrattiva de «La Lacustre». Ma il fascino del cicloraduno d’epoca andato in scena attorno al Sebino ieri, giornata immersa in una luminosità abbagliante, risiede anche nella congruità degli abbinamenti escogitati tra biciclette e abiti d’epoca, nella cura dei dettagli che definiscono i singoli personaggi, nel buon gusto che guida le scelte di ciascuno, quasi che il tutto venga deciso a tavolino da un unico costumista e da un unico scenografo. Niente carnevalate né pacchianerie, insomma. E poi c’è quel clima di spontanea amicizia che immediatamente si crea tra i partecipanti. «È come se tutti ci conoscessimo da sempre», dice Paolo Candiani, 55 anni, di Busto Arsizio, vestito da pompiere, al manubrio della sua Bianchi del ’45, munita di maschera antigas e manicotto per l’acqua arrotolato. Quanto può valere una rarità simile? «Non saprei. So però che il valore affettivo è altissimo», risponde Candiani. Attorno a lui, sulla piazza antistante la parrocchiale di Marone, luogo di partenza e di arrivo dell’iniziativa, organizzata da Pedale vintage, si sta radunando una folla di figuranti che sembra uscita dalle cronache di costume e di sport della prima metà del Novecento, quando il ciclismo era senza trucchi né inganni. Parecchie le «panze» prominenti, molti i baffi posticci, non manca il tocco delle mollette da bucato che strizzano l’orlo dei pantaloni, i calzettoni a rombi sono esibiti come attestato di attendibilità. Un profluvio di scatti investe un gruppetto di amiche con guanti, ombrellino, veletta e abiti di fine Ottocento. «Li ho confezionati ispirandomi a libri di storia del costume», spiega Anna Benedetti, sarta di Darfo. Sotto lo striscione del traguardo, c’è il sindaco di Marone, Alessio Rinaldi, in gioventù campione di corsa in montagna, affiancato dalla sorella Romina, e dagli assessori Enrica Bontempi e Daniela Tessadrelli. Rinaldi saluta Gilberto Simoni, vincitore di due Giri d’Italia, Marco Serpellini, campione del mondo juniores a 17 anni, e Miguel Soro Garcia, spagnolo, ciclista professionista per la Miche e ora pittore che celebra nei suoi quadri le gesta dei protagonisti del passato.

ARRIVA ANCHE il sindaco di Pisogne, Diego Invernici, con coppola e farfallino: «Sono un po’ raffreddato, ma non potevo mancare». Un gruppo di una quindicina giovani è giunto da Cernusco sul Naviglio. Lo coordina Riccardo Magli, che sa tutto di cambi a stecca e freni a ricciolo sul manubrio, ha corso l’Eroica, l’Etrusca e La Polverosa, e gestisce un sito on-line per appassionati di ciclismo d’antan (come dire, il presente si inchina al passato). Riccardo ha convinto a pedalare pure il padre, Massimiliano, e la madre, Maria Grazia Scirea. Accanto al suo biciclo del 1875- una replica, ovvio- è pronto a balzare sui pedali posti a lato dell’enorme ruota anteriore Mario Labadessa, 65 anni, di Padova, direttore di «Bici d’epoca». «Sono campione del mondo di salita e discesa su biciclo- racconta Labadessa-. Difficile stare in equilibrio su questo arnese».

Alle 9,30, il «Pronti? Via» urlato nel megafono da Matteo Bonardi, presidente di Pedale vintage. Lo scatto di partenza è immortalato da Aldo Marci, fotografo «vecchio stile» che utilizza una macchina a soffietto e la tecnica del collodio umido spalmato su lastre di vetro. Adesso i ciclisti vintage sfilano e si distendono sulla litoranea. A Riva di Solto, nello splendido scenario dell’orrido del Bögn, un ricco buffet accoglie la carovana. A Pisogne c’è l’aperitivo. Lungo la Toline-Vello i ciclisti indugiano ad ammirare il paesaggio. Un ultimo strappo, il traguardo e, a villa Vismara, un pranzo coi fiocchi, cucinato dall’associazione Pregasso insieme.

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