Il Tar allarga
la strada
della Macogna

di C.REB.
I camion al lavoro nella discarica
I camion al lavoro nella discarica
I camion al lavoro nella discarica
I camion al lavoro nella discarica

Sarà una Conferenza dei servizi, da convocare entro 30 giorni, a definire i dettagli, ma la messa in sicurezza della strada di accesso alla Macogna «è un atto dovuto». Il Tar ha accolto il ricorso di Eredi Compagnia Nazionale - subentrata alla società Drr nella gestione della discarica - contro il diniego del permesso di ampliare via Caduti-via Macogna espresso dai Comuni di Travagliato, Berlingo, Rovato e Cazzago. In fase di autorizzazione della discarica la Regione aveva rimarcato l’inadeguatezza della viabilità del bacino di conferimento rifiuti, imponendo al gestore di allargare la strada in accordo con i Comuni. Nel 2013, la Provincia aveva ribadito il concetto, ovvero che la sistemazione della viabilità era la condizione essenziale per gestire la discarica. I privati avevano dunque redatto un progetto che prevedeva la copertura del Vaso Palino, l’ampliamento di 7 metri della carreggiata e la realizzazione di banchine e di una pista ciclopedonale rialzata. I Comuni avevano impugnato tanto il decreto di Via quanto l’autorizzazione unica. Ricorsi respinti dal Tar nel 2016. Due mesi fa la Provincia ha innalzato la quota dei mezzi autorizzati ad accedere alla discarica. L’aumento del traffico ha ulteriormente messo a nudo i problemi della strada. La Ecn è tornata così a chiedere l’autorizzazione per un progetto d’impatto più soft rispetto a quello del 2013. I Comuni - per motivi diversi - hanno respinto le richieste. Ora il Tar mette fine alla questione. La sistemazione della strada di accesso alla Macogna - si legge nella sentenza - è un obbligo. E aggiunge: «Bloccando i lavori della strada, i Comuni otterrebbero un risultato quasi equivalente all’eventuale vittoria in appello contro la sentenza del 2016». Questo modo di procedere - secondo i giudici - «non è però accettabile, in quanto, non essendo stata sospesa, la sentenza del 2016 vincola i Comuni a prestare lealmente la propria collaborazione ai privati». Su questi aspetti, «i sindaci non hanno un diritto di veto rispetto alle decisioni di Regione e Provincia». I Comuni però possono imporre delle modifiche all’opera. Entro trenta giorni andrà dunque convocata una Conferenza di servizi per l’esame congiunto delle variazioni al progetto che però, avverte il Tar «non dovranno trasformarsi in nuovi impedimenti». La riunione conclusiva, dovrà tenersi entro 120 giorni ed i permessi di costruire dovranno essere rilasciati entro il mese successivo. La trattazione dell’udienza merito è stata fissata al 10 luglio 2019.

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