L’isola di bottiglie di plastica depurerà l’acqua del Sebino

di Cinzia Reboni
I modellini dei futuri    progetti elaborati dagli studenti del liceoL’innovativo  progetto ha incassato il supporto di molti imprenditoriI liceali stanno assemblando la piattaforma dell’isola scaccia veleni  Jacopo Fo ha sostenuto l’idea   Il bozzetto del prototipo In una simulazione al computer ecco l’aspetto che assumerà «L’isola che non c’era» sul lago di Iseo
I modellini dei futuri progetti elaborati dagli studenti del liceoL’innovativo progetto ha incassato il supporto di molti imprenditoriI liceali stanno assemblando la piattaforma dell’isola scaccia veleni Jacopo Fo ha sostenuto l’idea Il bozzetto del prototipo In una simulazione al computer ecco l’aspetto che assumerà «L’isola che non c’era» sul lago di Iseo
I modellini dei futuri    progetti elaborati dagli studenti del liceoL’innovativo  progetto ha incassato il supporto di molti imprenditoriI liceali stanno assemblando la piattaforma dell’isola scaccia veleni  Jacopo Fo ha sostenuto l’idea   Il bozzetto del prototipo In una simulazione al computer ecco l’aspetto che assumerà «L’isola che non c’era» sul lago di Iseo
I modellini dei futuri progetti elaborati dagli studenti del liceoL’innovativo progetto ha incassato il supporto di molti imprenditoriI liceali stanno assemblando la piattaforma dell’isola scaccia veleni Jacopo Fo ha sostenuto l’idea Il bozzetto del prototipo In una simulazione al computer ecco l’aspetto che assumerà «L’isola che non c’era» sul lago di Iseo

A due anni dall’incredibile passeggiata sulle acque «griffata» da Christo, sul lago di Iseo sta prendendo forma un altro miracolo. Da «The Floating Piers» a The «Floating plastic island», il passo è ormai breve. Sul Sebino sta affiorando la terza isola artificiale del mondo creata con materiale di scarto, e in particolare con 30 mila bottiglie di plastica. Il progetto si ispira alla passerella galleggiante che nel 2016 ha unito Montisola a Sulzano, ma anche a Richart Sowa e Bruce Kania. Il primo è un artista ambientalista che costruì la prima isola di plastica nel 1998, spazzata via dall’uragano Emily nel 2005. Tre anni più tardi Sowa realizzò con 150 mila bottiglie in pet un arcipelago di giardini galleggianti, diventato un’attrazione planetaria dal messaggio ambientalista. KANIA INVECE si è inventato un business ecologico: usando dei rifiuti in plastica, crea delle isole galleggianti che contribuiscono a migliorare l’ambiente, mitigano l’effetto degli inquinanti migliorando l’habitat dei pesci. Le radici delle piante che si prolungano nell’acqua riescono a depurarla con il sistema della fitodepurazione. Rielaborando il «mantra» artistico-etico di Christo, Sowa e Kania, sotto l’egida di un creativo del calibro di Jacopo Fo, figlio del premio Nobel Dario e di Franca Rame, gli studenti del liceo di Lovere hanno lanciato il progetto «L’isola che non c’era». I lavori di assemblaggio al circolo nautico Bersaglio di Costa Volpino sono ormai in dirittura d’arrivo anche se il varo inizialmente fissato a giugno è slittato in autunno. Colpa della burocrazia. «Abbiamo dovuto risolvere problemi legati alla proprietà dell’isola e alla sua manutenzione», ammette il docente di matematica del liceo Fabio Campagnoni. Nell’impresa sono stati coinvolti anche i ragazzi di altre scuole, e in particolare quelli dell’istituto comprensivo di Darfo. Anche loro hanno fornito le bottiglie di plastica riciclate che sosterranno una piattaforma di bancali e legno compensato con un sistema di fitodepurazione. Pietrisco, ghiaia, piante, conchiglie specifiche e microrganismi depureranno l’acqua da agenti patogeni e inquinanti. L’isola sarà autosufficiente anche dal punto di vista energetico, grazie ad un impianto fotovoltaico. Secondo il progetto, la struttura galleggiante sarà posizionata a rotazione davanti alle sponde dei paesi del Sebino. E in particolare delle località che hanno vissuto l’esperienza unica del ponte galleggiante calpestato nell’estate del 2016 da 1,2 milioni di persone. «IL PROGETTO punta a sensibilizzare la popolazione sulle condizioni del nostro lago, a ridurre il fenomeno dell'eutrofizzazione che col passare degli anni compromette sempre più la vivibilità di questo ecosistema -sottolinea Campagnoni -. In più sarà un modo per incentivare il turismo, in quanto l'isola non resterà ancorata in una zona ma viaggerà per i comuni limitrofi, in modo da rendere il lago il più pulito possibile». IL FINANZIAMENTO del progetto - che prevede un investimento di 10 mila euro - ha azionato diversi canali di raccolta, compresa la vendita di gadget come cappellini e magliette. «Ma la campagna di crowdfunding al momento è sospesa - spiega Fabio Campagnoni -, anche perchè fortunatamente sono subentrati alcuni sponsor che ci hanno garantito la totale copertura economica. La riprenderemo in occasione dei prossimi progetti che i ragazzi hanno già messo a punto. Il nostro scopo è di ultimare questo prototipo e poi, fatta la prima esperienza, realizzare i futuri “sogni artistici“ degli studenti, che hanno già preparato modellini bellissimi. Un lavoro che ha dato grandi soddisfazioni a noi insegnanti e tanto entusiasmo ai ragazzi». La 3Effe di Bossico ha fornito i bancali di legno. A vario titolo supportano l’operazione la Fabbrica d’armi Pietro Beretta di Gardone Valtrompia e la Lucchini di Lovere, mentre hanno annunciato il patrocinio la Navigazione Lago d’Iseo e il Lyons club di Brescia. La società reti di Montisola ha messo a disposizione un tecnico ed il materiale necessario per «insaccare» le bottiglie. Sull’isola potranno essere proposti laboratori ed esperimenti per far capire ai bambini il valore della qualità dell’acqua e quali sono i principali inquinanti. •

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