La cozza-zebra
divora la
condotta sommersa

di Luciano Scarpetta
Una suggestiva veduta della piattaforma allestita per i  lavori I sub si immergono nella camera iperbarica che sarà calata nel lago Le tubature sono erose da un mollusco parassita detto cozza-zebra
Una suggestiva veduta della piattaforma allestita per i lavori I sub si immergono nella camera iperbarica che sarà calata nel lago Le tubature sono erose da un mollusco parassita detto cozza-zebra
Una suggestiva veduta della piattaforma allestita per i  lavori I sub si immergono nella camera iperbarica che sarà calata nel lago Le tubature sono erose da un mollusco parassita detto cozza-zebra
Una suggestiva veduta della piattaforma allestita per i lavori I sub si immergono nella camera iperbarica che sarà calata nel lago Le tubature sono erose da un mollusco parassita detto cozza-zebra

La condotta fognaria sommersa del lago di Garda rischia di diventare un buco nero finanziario, un pozzo senza fondo di risorse. Nonostante l’ultimo radicale intervento di risanamento, resta un’incognita la tenuta della tubatura tra Toscolano e Torri del Benaco. L’EMERGENZA è stata confermata al termine delle operazioni di manutenzione sui collettori eseguiti dalla ditta Drafinsub di Genova per conto di Acque Bresciane. Fino al 13 dicembre sono state effettuate delle indagini visive sul fondale ad una quota tra i 40 e i 250 metri. Dal 16 febbraio al 4 marzo sono state effettuate le manutenzioni dei sommozzatori «in alto fondale» sulla sponda bresciana. Ieri è stato concluso l’ultimo step sul versante veronese. Nel corso del restyling costato 1,8 milioni di euro sono stati applicati 44 «cerotti» su 120 punti danneggiati. Le immagini video girate da personale specializzato con l’ausilio di mini robot Rov, hanno evidenziato la presenza di un numero di lesioni superiori al previsto. Queste «incrostazioni» depositate sulla condotta fognaria sublacuale si sono rapidamente moltiplicate provocando «corrosioni importanti» sulla tubatura, anche dopo la loro rimozione. Alcuni campioni di bioconcrezioni sono già stati consegnati al laboratorio dell’Università di Brescia chiamata a studiare le caratteristiche del fenomeno e trovare delle soluzioni. Individuato il mollusco responsabile: si tratta della cozza-zebra originaria del Mar Nero e del Mar Caspio. «Serviranno alcuni mesi di studi - spiega il project manager di Drafinsub Marco Vacchieri -. La specie potrebbe essere arrivata sul Garda da barche provenienti da Paesi stranieri in occasione di regate. L’unica certezza è che queste bioconcrezioni non si sviluppano a quote batimetriche superiori ai 186 metri. A profondità più elevate, non sono state rilevate dai Rov». Ieri l’imponente pontile era placidamente ormeggiato nei pressi della spiaggia del vialone a Toscolano, in attesa dell’uscita dei 4 sommozzatori dalla camera iperbarica prevista nella notte. Da stamattina inizierà lo smantellamento delle attrezzature. «Ci vorranno quattro giorni di lavoro – anticipa Marco Vacchieri -: i container faranno rotta verso la sede di Genova, mentre i pacchi di gas utilizzati per le operazioni sul fondale torneranno in Scozia. Il pontone invece, verrà smontato e rispedito in Olanda». Appuntamento ora a settembre del 2020. Incrociando le dita. •

Suggerimenti