LUMEZZANE. Vita e segreti di una delle ultime merlettaie bresciane

La maga del
tombolo e l’arte
della pazienza

di Marco Benasseni
Mariarosa Leni al lavoro
Mariarosa Leni al lavoro
Mariarosa Leni al lavoro
Mariarosa Leni al lavoro

Marco Benasseni

L’arte del tombolo, così come quella del ricamo, è a rischio estinzione. Difficile trasmettere alle giovani questa passione che, con il passare del tempo, si è trasformata in un piccolo segreto custodito da nonne e bisnonne. Ma a Lumezzane c’è ancora chi tiene viva la tradizione: Mariarosa Leni, 65 anni, originaria di Concesio. Dopo anni di lavoro in fabbrica è arrivata la tanto attesa pensione e per Mariarosa è cominciata una nuova vita totalmente dedicata al ricamo, e più precisamente al tombolo.

«IL RICAMO è un’arte che praticano in molte, ma a Lumezzane sono l’unica a dedicarmi al tombolo - racconta - È un lavoro di pazienza che ho imparato a Milano e sarebbe bello tramandarlo per non perderlo». Ma stiamo parlando di una tecnica delicata e precisa che richiede molto (forse troppo) tempo: per terminare un lavoro ci vogliono anche quattro mesi, per una tovaglia addirittura due anni. Un lavoro certosino durante il quale bisogna gestire anche 80 fili di lino, seta o cotone contemporaneamente.

«Sono mestieri che si imparano a Milano, a Venezia o nel Sud Italia - continua Mariarosa - Mi ritrovo con alcune amiche all’oratorio di Concesio per insegnare il ricamo, ma questa tecnica, come anche il chiacchierino, è molto complessa e richiede molto tempo, sia per impararla che per eseguirla».

Il ricamo è una materia vasta, ma il tombolo resta la più nobile e sofisticata delle arti. Per imparare serve un’insegnante, non si può copiare dalle riviste specializzate. Si lavora senza ago, con fuselli e spilli che si fanno passare manualmente uno ad uno. «Il ricamo è più facile e meno costoso. Per il tombolo non serve solo l’impegno, anche soldi per acquistare il materiale. Ago e filo costano meno. Per definirsi merlettaia ci vogliono almeno 9 anni, per questo proseguo la mia formazione con alcune colleghe del Villaggio Sereno».

TRASFORMARE questo sapere in un lavoro? «A insegnare si guadagna più che a vendere. Il prezzo di un lavoro è impossibile da quantificare considerando la mole di lavoro necessaria».

Lo scorso 13 ottobre Mariarosa e il marito Pietro hanno festeggiato le nozze d’argento e per l’occasione sono stati regalati dei piccoli lavori realizzati nella casa in località Dosso dove l’esperta lavora per ore seduta davanti alla finestra. Ma quest’abile artigiana porta con sé un estro raro, visto che la sua passione non si limita al ricamo. Per i 25 anni di matrimonio ha preparato dei biglietti con l’acquarello fatti a mano, la stessa mano con cui ama dipingere anche piatti e porcellane.

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