Morto in carcere
ipotesi di
avvelenamento

Massimiliano Tosoni: lunedì l’addio
Massimiliano Tosoni: lunedì l’addio
Massimiliano Tosoni: lunedì l’addio
Massimiliano Tosoni: lunedì l’addio

Con l’incedere delle indagini e degli accertamenti disposti dalle autorità brasiliane prende sempre più corpo l’ipotesi che Massimiliano Tosoni sia stato avvelenato l’11 settembre nel carcere Ippo 2 di Fortaleza dove era recluso in attesa della richiesta di estradizione in Italia e del terzo grado del processo per duplice omicidio. Nelle ore successive al ritrovamento del corpo senza vita dell’ex assicuratore di Montichiari, i vertici del penitenziario avevano ipotizzato che il decesso fosse dovuto a cause naturali. Ma uno specifico esame tossicologico avrebbe evidenziato delle sostanze tossiche nei tessuti del 35enne. Non si tratta di stupefacenti, ma sostanze chimiche su cui gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Del caso si sta occupando anche l’interpol italiana. Nella vicenda ci sono del resto ancora molti punti oscuri. Tra la scoperta del cadavere e la comunicazione ufficiale della morte all’avvocato e ai familiari, sono trascorse oltre 24 ore. Un lasso di tempo in cui è stata disposta ed eseguita l’autopsia. Le autorità si sono mosse tra l’altro solo dopo che la compagna brasiliana di Tosoni era venuta a conoscenza della disgrazia in modo del tutto casuale. Nelle carceri brasiliane tra l’altro, si sono registrati omicidi mascherati con sostanze chimiche che, disciolte nell’acqua della vittima, provocano la morte per arresto cardiocircolatorio e fanno sembrare che il decesso sia sopraggiunto per cause naturali. Ci sono poi diverse circostanze inquietanti. Undici minuti prima di morire Massimiliano Tosoni aveva «whatsappato» con la compagna Alice, al settimo mese di gravidanza. Il 35enne era in buona salute, come certificato dalle visite mediche periodiche svolte in carcere. Massimiliano Tosoni ricercato con l’accusa di duplice omicidio, si era costituito alle autorità giudiziarie di Fortaleza nel 2013. Dopo 376 giorni di reclusione nel penitenziario di massima sicurezza di Itaitinga, l'ex assicuratore era stato scarcerato dalla Corte di Giustizia. Anche dopo la sentenza di condanna era rimasto in libertà fino al marzo del 2015, quando il Tribunale Federale Supremo aveva autorizzato l’estradizione in Italia, dove Tosoni doveva scontare un residuo di pena per rapina. Fino all’ultimo Massimiliano Tosoni ha gridato la sua innocenza e contava presto di tornare in libertà.

GRAZIE all’interessamento del console di Recife Gabor de Zagon che ha assistito con straordinaria sensibilità la famiglia della vittima, la mamma di Massimiliano ha ottenuto il nullaosta al rimpatrio della salma. Le ceneri arriveranno stasera nella camera ardente allestita nella casa di via Allende. I funerali si svolgeranno lunedì alle 20,45 in Duomo.

Suggerimenti