Nozze col Trentino:
l’alta Valcamonica
adesso fa sul serio

Una veduta di Temù: la fusione con Vione e Pontedilegno potrebbe dare slancio alle tensioni secessioniste dell’alta Valcamonica
Una veduta di Temù: la fusione con Vione e Pontedilegno potrebbe dare slancio alle tensioni secessioniste dell’alta Valcamonica
Una veduta di Temù: la fusione con Vione e Pontedilegno potrebbe dare slancio alle tensioni secessioniste dell’alta Valcamonica
Una veduta di Temù: la fusione con Vione e Pontedilegno potrebbe dare slancio alle tensioni secessioniste dell’alta Valcamonica

Lino Febbrari

Dopo la fusione, la secessione. È molto più di una provocazione estiva quella lanciata in Valcamonica. Sicuramente l’eco risuonerà lontano, forse fino ai palazzi romani. Se il primo ottobre gli elettori daranno il via libera all’accorpamento tra Pontedilegno, Temù e Vione i promotori del referendum punteranno più in alto. L’obiettivo è l’annessione al Trentino del nuovo grande Comune che uscirebbe dall’orbita della Regione Lombardia e della provincia di Brescia, come stanno per fare Valvestino e Magasa.

A lanciare l’offensiva «secessionista» è Corrado Tomasi, già sindaco per due mandati di Temù e consigliere regionale del Pd: una circostanza destinata ad alimentare polemiche.

«All’indomani della fusione, porremo il quesito sulla disparità di trattamento che esiste nella montagna lombarda rispetto a quella trentina – afferma Tomasi –. Per cui noi non faremo altro che seguire l’esempio di Malgasa e Valvestino e dei Comuni dell’altopiano di Asiago e chiederemo l’aggregazione della nuova realtà amministrativa dell’alta Valcamonica alla provincia autonoma di Trento. Se arriveremo a questo punto la colpa sarà unicamente da addebitare a Stato e Regione che, malgrado le promesse e le belle prediche, finora si sono invece bellamente dimenticati delle terre alte, tagliando drasticamente negli ultimi cinque anni le poche risorse erogate alla montagna».

Tomasi puntualizza che la sua è una sfida lanciata alla Regione Lombardia. L’esponente del Pd, sempre ipotizzando la concretizzazione della fusione, lascia una porta aperta. Restare in Lombardia si può, ma a determinate condizioni: a cominciare da un maggior sostegno alle attività turistiche del comprensorio, sarebbe disposto a rinunciare alla sua rivoluzionaria proposta di secessione.

«PREMESSO che il sistema turistico dell’alta Valle è interregionale perché ricade sulle due regioni confinanti, tra i due territori c’è però una abissale differenza di trattamento per quanto attiene gli operatori del settore - chiarisce l’esponente del Pd -. Faccio un esempio eloquente: in Lombardia chi è in difficoltà è spesso costretto a portare i libri in tribunale, mentre sull’altro versante del Tonale, la notizia è di qualche giorno fa, una società in crisi è stata acquisita dalla Provincia. Che sempre aiuta e sostiene le realtà economiche del proprio territorio, perché sono le fondamenta che permettono poi al sistema Trentino di stare in piedi».

TOMASI TROVA modo anche di rispondere all’ex senatore della Lega Nord, Gianluigi Lombardi Cerri, il quale, intervenendo nel dibattito pro o contro la fusione, ha sostenuto che per poter stare in piedi il progetto avrebbe dovuto coinvolgere una fetta più ampia di territorio, andando a creare un’unica realtà amministrativa che andasse da Edolo a Pontedilegno, magari inglobando pure Sonico e Corteno Golgi.

«La questione ha un suo fondamento e sono contento che anche un politico di lungo corso come Gianluigi Lombardi Cerri sostenga l’esigenza di creare una situazione più ampia – ammette Tomasi –. Ricordo che quando noi siamo partiti con l’ultima proposta, l’avevamo allargata ai sei Comuni dell’attuale Unione, ossia da Monno a Pontedilegno. Purtroppo solo i tre in corsa per il matrimonio hanno dato risposta positiva. E ricordo che il presidente Giovanmaria Rizzi, sindaco di Vezza, affermò in un’intervista che l’idea stava bene, ma che prima si doveva discutere in maniera approfondita. La faccenda è finita lì. Tre comunità hanno aderito, altre tre non lo hanno fatto. Eventualmente potremo recuperale in un secondo tempo». E se lo si farà in Trentino o ancora in Lombardia, è tutto da vedere.

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