Nuovo ponte sull’Oglio, per il Governo si può fare

di C.REB.
Il sindaco Roberto Bozzoni
Il sindaco Roberto Bozzoni
Il sindaco Roberto Bozzoni
Il sindaco Roberto Bozzoni

Un nuovo ponte sul fiume Oglio destinato ad unire Pontevico a Robecco, completando la tangenziale rimasta monca dal 2009. L’ambizioso progetto caduto nell’oblio è tornato nell’agenda del Governo. Il 27 settembre il ministero alle Infrastrutture ha convocato a Roma un tavolo tecnico per rilanciare l’opera: al vertice saranno presenti i rappresentanti della società Autovie Padane, chiamata a gestire l’investimento nell’ambito del collegamento al casello della A21, i sindaci di Pontevico e di Robecco, gli esponenti delle Province di Brescia e di Cremona. «L’iter sta finalmente per ripartire - conferma il sindaco di Pontevico Roberto Bozzoni -. Siamo consapevoli che il cammino sarà lungo, ma l’iniziativa del Governo premia il pressante lavoro diplomatico svolto in questi anni dagli enti locali per un intervento strategico per lo sviluppo economico del comprensorio di confine». Nel 2010 l’investimento previsto era di 21 milioni di euro: il progetto prevedeva di costruire il ponte all’altezza della rotonda tra la ss 45 bis e la sp 64 in territorio di Chiesuola, dove tra l’altro è già tracciato il solco del segmento di strada verso il fiume. Insieme al viadotto, con un’estensione di 300 metri, l’ultimo lotto prevedeva l’ampliamento della provinciale 64 e la creazione di una rotonda nei pressi dell’azienda Modine. Il primo stralcio della bretella - compresa tra l’innesto per Torchiera e il rondò di Chiesuola - in questi anni ha portato significativi benefici al centro storico di Pontevico, in particolare su via Brescia, dove le vibrazioni dei camion stavano mettendo a repentaglio la stabilita degli edifici più antichi, compresa la storica chiesa di San Rocco. Il traffico dal casello della A 21 verso Robecco continua a transitare nell’angusta via XX Settembre, spina dorsale della viabilità di Pontevico. La strada presenta oggettivi fattori di rischio. Capita spesso che i carichi eccezionali restino incastratati tra due abitazioni, che l’asfalto ceda al passaggio di camion. Senza contare i pericoli di chi deve percorrere la strada in bicicletta o a piedi. La carreggiata stretta, i mini-marciapiedi, i passi carrabili che si affacciano a raso sulla strada e un consistente passaggio di mezzi pesanti hanno spesso innescato incidenti gravi. Tutta la comunità ricorda la tragica fine di un adolescente che pochi anni fa, cadendo in bicicletta, finì sotto le ruote di un autoarticolato che proveniva in senso opposto. Ci sono poi gli insopportabili livelli di inquinamento acustico ed atmosferico provocati dall’incessante passaggio dei mezzi, e le vibrazioni causate dal traffico pesante che minacciano la stabilità degli edifici che si affacciano su via XX Settembre. Emblematici a questo proposito i raffronti statistici sulla circolazione. Nelle ore di punta, nel 2000, sulla strada transitavano 140 camion ogni ora. Un flusso quasi raddoppiato nel 2007 e quasi triplicato nel 2016 (ultima rilevazione disponibile), sotto la spinta dell’ampliamento dell’area industriale vicina al casello della A21. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

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